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Il deficit cala di 14,3 miliardi

di Luigi Lazzi Gazzini

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2 ottobre 2007

La Finanziaria 2008 giunge al Senato col conforto di buone notizie dal fronte dei conti pubblici. Il mese di settembre appena terminato ha messo a segno un deficit di cassa di soli 5 miliardi, circa 3 in meno di settembre 2006. Rispetto ai nove mesi dell'anno scorso, il periodo gennaio-settembre 2007 iscrive un fabbisogno di 30 miliardi, oltre 14 in meno dei primi nove mesi del 2006.
Pur trattandosi del conto di cassa, diverso dunque da quello sottoposto ai vincoli europei e per giunta relativo a un ambito più ristretto (settore statale anziché pubbliche Amministrazioni), il saldo diffuso ieri dall'Economia rappresenta per il 2007 la conferma di un andamento più positivo di ogni previsione. E tale da rafforzare anche le stime relative al saldo di competenza oggetto del trattato di Maastricht.
Ancora una volta, spiega l'Economia, il miglioramento del fabbisogno di settembre è stato determinato dal buon andamento delle entrate fiscali, oltre che da una dinamica dei pagamenti risultata contenuta in tutti i settori della pubblica amministrazione. Ne è derivato un risparmio che ha più che compensato il maggior onere per interessi sui titoli di Stato, pari a circa 1,5 miliardi, connesso a una diversa distribuzione del pagamento delle cedole in corso d'anno.
Come chiuderanno i conti del 2007? Sul saldo finale è previsto pesare il decreto legge di luglio, che ha speso 6 miliardi tratti dal miglioramento dei conti accertato a metà anno. E peserà anche il nuovo decreto legge collegato alla Finanziaria 2008 che anticipa all'anno in corso alcune spese che, altrimenti, sarebbero gravate sull'anno prossimo. Tuttavia, col soccorso di un dicembre, e relativi incassi tributari, che si prospetta positivo, i conti del 2007 sembrano in grado di assorbire buona parte di questi aggravi.
Ecco allora acquistare consistenza la stima di un disavanzo di competenza delle Amministrazioni, questo sì soggetto ai vincoli europei, che la Nota di aggiornamento del Dpef indica al 2,4% del Pil quest'anno, meglio del 2,5% previsto dal Dpef di fine giugno, nonostante chea pesare sul disavanzo si sia aggiunto il nuovo decreto. Senza il quale, il deficit di competenza 2007 secondo Maastricht sarebbe stato del solo 1,9% del Pil.
Ancora più impressionante il dato "tendenziale" che la Nota attribuisce al 2008: senza la manovra appena giunta a Palazzo Madama, il disavanzo sarebbe del solo 1,8% del Pil, meno di 30 miliardi. La scelta del Governo è stata però, come già nel 2007, per un intervento espansivo: a una manovra "netta" pari a zero corrisponde un intervento che appesantisce il deficit di 0,4 punti di prodotto, portandolo al 2,2% del Pil.
Che significa? Che l'intero miglioramento spontaneo dei conti 2008 (6,4 miliardi) rispetto all'obiettivo stabilito per il saldo, finanzierà minori entrate o maggiori spese. E che altri 4,6 miliardi, oggetto della manovra, serviranno per raggiungere gli 11 circa dell'intervento 2008.

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