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Ferrero: «Sul sociale primi passi per rendere il Paese più civile»

di Nicoletta Cottone

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4 ottobre 2007


«Ci sono cose che non fanno tanto rumore, ma che rendono uno Stato più civile». Il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero presenta così il pacchetto di interventi sociali contenuto nella manovra per il 2008, con una spesa sociale che viene quadruplicata, grazie a risorse provenienti dall'evasione. Risorse stimate in 4 miliardi di euro, ancora insufficienti, ma che segnano un'inversione di tendenza, come sottolinea anche Silvio Sircana, portavoce del Governo. «Il dato è che si comincia dopo anni di disattenzione e silenzio. La Finanziaria - sottolinea Sircana - alloca risorse seppure insufficienti, ma si incomincia a imboccare una direzione politica verso la parte della società che più ne ha bisogno».

Grazie agli introiti derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, sottolinea Ferrero, si può iniziare una redistribuzione delle risorse alle fasce meno abbienti della popolazione. Un ministro che, ha detto «litiga e continuerà a litigare sulla tassazione delle rendite», ma tiene a precisare che «la distanza tra il governo attuale e quello di Berlusconi è siderale dal punto di vista delle scelte che vengono fatte». E cita un verso del Vangelo di Matteo a chi chiede se voterà il protocollo sul Welfare nel Cdm del 12 ottobre. «Non siate con ansietà solleciti per la vostra vita. Non siate dunque in ansietà del domani perché il domani si prenderà cura per conto suo. Basta a ciascun giorno il suo affanno». Ferrero sottolinea come sia necessario «ricostruire i legami sociali o non si risolvono i problemi. Bisogna svolgere un lavoro di tessitura sociale».

Si parte dall'una tantum di 150 euro per gli incapienti e i familiari a carico, un intervento che vale 1,9 miliardi di euro, destinato a una platea al di sopra di 10 milioni di persone. «È assolutamente evidente che non basta - dice Ferrero - ma è anche assolutamente evidente che si tratta di un pezzo importante e utile della redistribuzione». La riduzione Ici per l'abitazione principale, pari all'1,33% per mille della base imponibile Ici, con un tetto di 200 euro, interessa i contribuenti proprietari di immobili che hanno un reddito complessivo ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche non superiore a 50mila euro. Due le detrazioni sul fronte degli affitti, una in favore degli inquilini a basso reddito, l'altra per i giovani. La prima è di 300 euro se il reddito complessivo annuo non supera i 15.493,71 euro e di 150 euro se il reddito complessivo supera 15.493,71 euro ma non 30.987,41 euro. La seconda detrazione spetta a giovani tra i 20 e i 30 anni che stipulano un contratto di locazione, per l'unità immobiliare da destinare a propria abitazione principale, sempre che sia diversa da quella dei genitori o di coloro ai quali sono affidati per legge: per i primi 3 anni spetta una detrazione di 991,6 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro. Le detrazioni non sono cumulabili e il contribuente può scegliere di fruire di quella più favorevole.

Il Fondo per le politiche sociali è passato da 500 milioni a 935 milioni che le Regioni potranno distribuire agli enti locali per finanziare gli interventi socio-assictenziali dei Comuni. Più risorse anche al Fondo per i servizi socio-educativi per l'infanzia, che sale da 100 a 125 milioni di euro e a quello per l'inclusione sociale dei migranti che è raddoppiato, dai 50 milioni dello scorso anno. Altri 260 milioni sono destinati al superamento della legge Bossi-Fini, che sarà utilizzato per garantire l'insegnamento della lingua italiana ai migranti, per l'accompagnamento dei minori non accompagnati, per il superamento dei ghetti urbani. Risorse, spiega Ferrero, per produrre un percorso di integrazione a 3 milioni di immigrati, che producono il 5% del Pil.

Il Fondo per i non autosufficienti istituito con la Finanziaria dello scorso anno con una dotazione di 100 milioni di euro, con la manovra 2008 aumenta a 400 milioni. Altro problema quello di risolvere il livello di servizi a disposizione dei cittadini, che varia a seconda della città nella quale si abita. La legge delega fisserà i livelli della non autosufficienza, per fare in modo, spiega Ferrero, «che i diritti siano esigibili». Un peso fino ad oggi scaricato sugli enti locali e sulle famiglie, che ha alimentato il lavoro in nero degli immigrati.

Non manca il rifinanziamento del servizio civile (50 milioni quest'anno, 40 lo scorso anno), il rifinanziamento del 5 per mille, che diventa una misura strutturale . Il piano casa poi, 550 milioni di euro, consentirà alle regioni di destinare fondi ai Comuni per far fronte agli sfratti garantendo il passaggio dei disagiati da casa a casa. I fondi consentiranno di ristrutturare alloggi pubblici chiusi. Centocinquanta milioni di euro sono destinati all'abbattimento delle quote di ammortamento del debito per fare circa 8mila alloggi l'anno. Fondi che, spiega il ministro, metteranno in moto un capitale molto più ampio.

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