L'aliquota base Irap scende dal 4,25 al 3,9 per cento. Ma l'imponibile registra una semplificazione, che dovrebbe portare un incremento delle entrate erariali (224 milioni di euro nel 2008) tale da non modificare l'impatto dell'imposta. Quindi una regionalizzazione più spinta dell'imposta, con la scomparsa dal modello Unico e l'approdo in una dichiarazione ad hoc da inviare alle regioni. Ma anche pesanti, possibili, conseguenze per lo sforamento delle regioni sulla spesa sanitaria. È questo il quadro dell'imposta regionale che emerge – allo stato attuale – dalla manovra Finanziaria 2008 (comprendendovi il Dl 159 del 2007). Nella quale, con il regime dei minimi, viene inserito anche un (primo) tentativo di risolvere la questione dell'Irap per i soggetti privi di organizzazione.
Le novità
L'intervento in Finanziaria sull'Irap è il secondo dell'attuale legislatura. Dopo il taglio dell'imposta sul costo del lavoro, con il cosiddetto cuneo fiscale (che però dalla manovra esce ridimensionato con la riduzione delle deduzioni previste), ora viene ridotta l'aliquota, che scende per la prima volta dalla sua introduzione sotto il 4% per tutti i contribuenti. Gli sconti previsti per il cuneo passano da 5mila (10mila euro per le assunzioni nelle regioni del Sud e delle Isole) a 4.600 euro (9.200 euro). E vengono ridotte anche le deduzioni forfettarie previste per l'imposta.
La relazione tecnica prevede maggiori incassi dall'insieme della manovra Irap, pari a 224 milioni per il 2008. Si tratta, però, di entrate per competenza tutte da verificare sul campo. L'effetto sulle singole imprese – come si vede dal grafico qui sotto – dipende dalla realtà in cui esse si trovano, senza che si possa stabilire a priori un risultato per l'operazione.
Certo è che anche la cifra ipotizzata dal ministero dell'Economia – rapportata al gettito complessivo dell'imposta (che per i privati ammonta a circa 28 miliardi, secondo il preconsuntivo 2006 pubblicato sul bollettino delle entrate tributarie di luglio scorso) – rappresenta un incremento limitato.
Doppio sganciamento
L'Irap, con la manovra, registra un duplice "sganciamento": dalle regole fiscali della determinazione dell'imponibile (con un agganciamento diretto ai valori contabili, sia pure con la sterilizzazione di alcune voci) e dal modello Unico, con la dichiarazione in regione.
Lo sganciamento dall'imponibile fiscale potrebbe, tra l'altro, comportare una revisione delle modalità di accertamento, visto che non si tratterebbe più di rilevare le inevitabili conseguenze delle irregolarità rilevate ai fini delle imposte dirette, ma un controllo ad hoc, che potrebbe spingersi fino a sindacare la correttezza del modo in cui sono state seguite le regole contabili.
La difficoltà degli accertamenti potrebbe essere un ulteriore elemento per confermare la scelta già fatta in modo generalizzato dalle regioni della convenzione con l'agenzia delle Entrate per l'accertamento del tributo.
I minimi
L'intervento della Finanziaria con l'introduzione del regime dei minimi si prefigge anche lo scopo di dare una risposta alla questione dell'Irap dei piccoli. Le caratteristiche di questo regime, pur potendo rispondere alla situazione della stragrande maggioranza dei contribuenti interessati, fanno riferimento a dati non perfettamente coincidenti con quelli indicati nelle molte sentenze della Cassazione sull'argomento. Quindi questa potrebbe non essere ancora la soluzione definitiva alla vicenda (senza contare il più volte segnalato carattere di opzionalità del regime, mentre l'esenzione Irap dovrebbe dipendere dalle caratteristiche e non dalle scelte dei contribuenti).
Per calcolare l'effetto delle modifiche all'Irap, la relazione tecnica prevede un'adesione al regime dei minimi e marginali intorno a 250mila soggetti e la conferma dell'aliquota agli agricoltori dell'1,9 per cento. Una adesione al regime dei minimi dovrebbe produrre un minore introito ai fini Irap di 67 milioni di euro.
La sanità
Sul fronte dello sforamento della spesa sanitaria, il Dl 159/2007 prevede, infine, che il Governo possa arrivare a nominare un commissario ad acta per obbligare le regioni inadempimenti ad attuare il piano di rientro. E quindi la maggiorazione dell'aliquota Irap, in gran parte scongiurata nelle regioni che avevano sforato l'anno scorso, potrebbe diventare inevitabile.