Con le correzioni al Protocollo sul Welfare Governo e parti sociali hanno specificato le nuove "finestre" da cui, una volta maturati i requisiti, scattano gli assegni di pensione. E hanno ufficializzato che i trattamenti di vecchiaia, dal 2008, dovranno rispettare, quanto alla decorrenza, quattro date fisse. Una novità, anzi una penalizzazione, che serve a bilanciare il mantenimento di quattro finestre per chi si colloca a riposo con 40 anni di contributi. Infatti, in base alla riforma Maroni, dal 2008, anche per chi vanta 40 anni di versamenti si sarebbero dovuti allungare i tempi per la decorrenza della pensioni, con il dimezzamento delle "finestre" (portate a due) che interesserà chi va a riposo per "anzianità" (58 anni di età e 35 di contributi).
Vecchiaia
Dal 2008 anche i pensionati di vecchiaia, che oggi ricevono l'assegno dal mese successivo al compimento dell'età, dovranno fare i conti con le finestre. Con il raggruppamento delle uscite in scaglioni si realizza di fatto un'elevazione dell'età pensionabile, fermo restando il requisito per la "vecchiaia" di 65 anni per gli uomini e di 60 anni per le donne. Lo slittamento della decorrenza ritarderà anche il turn over nelle imprese che oggi hanno la facoltà di licenziare i lavoratori per raggiunti limiti di età.
Anche per il pensionamento di vecchiaia le uscite saranno diverse a seconda della categoria di appartenenza. Come mostra il grafico, per i lavoratori dipendenti la decorrenza è fissata all'inizio del secondo trimestre successivo a quello in cui si maturano i requisiti anagrafici e di contribuzione.
L'attesa per il primo assegno diventa decisamente più lunga per i lavoratori autonomi: ad artigiani, commercianti e coltivatori diretti si applicheranno le finestre di uscita previste per il pensionamento di anzianità con 40 anni di contributi. Di conseguenza, una donna che compie 60 anni a febbraio dovrà aspettare il 1° ottobre per mettersi in pensione.
Quarant'anni di contributi
Già nella prima stesura del disegno di legge, secondo quanto quanto previsto dal Protocollo, il Governo aveva manifestato l'intenzione di conservare le quattro finestre annuali. Ma la definizione del calendario e delle condizioni era stata demandata a un decreto. Un passaggio che, con le modifiche di mercoledì, è stato superato con un regime transitorio, per coloro che maturano il requisito dei 40 anni entro il 2011. In pratica resterà in vigore il vecchio calendario previsto dalla riforma Dini del '95. Come mostra il grafico, per i lavoratori dipendenti le finestre di luglio e ottobre si aprono per chi matura, rispettivamente, i requisiti entro il primo o secondo trimestre dell'anno e sono legate a un'età minima di 57 anni. Ma questo paletto, che ha lo scopo di ritardare l'uscita dei più giovani, viene meno per le uscite successive di gennaio e aprile alle quali possono accedere coloro che maturano i requisiti nel terzo e quarto trimestre dell'anno precedente.
Anche in questo caso il meccanismo ha un effetto bizzarro in quanto premia con una decorrenza più ravvicinata coloro che maturano il requisito nell'ultima parte dell'anno.
Anche per i lavoratori autonomi le finestre annuali sono quattro ma la decorrenza del primo assegno è più distanziata rispetto al momento in cui si raggiungono i 40 anni. La pensione scatta infatti dal 1° ottobre, dal 1° gennaio, dal 1°aprile, dal 1° luglio dell'anno successivo a secondo che il requisito venga maturato rispettivamente nel primo, secondo, terzo o quarto trimestre dell'anno.
Anzianità
Dal 2008 chi matura il diritto alla pensione di anzianità con il nuovo sistema, basato su scalini e quote avrà a disposizione due uscite. I lavoratori dipendenti, a seconda che i requisiti contributivi e anagrafici vengano raggiunti nel primo o secondo semestre, potranno lasciare il lavoro rispettivamente dal 1° gennaio o dal 1° luglio dell'anno successivo. Naturalmente, l'attesa sarà più lunga per coloro che raggiungono il diritto all'inizio del semestre. Un lavoratore che al 31 marzo del 2009 avrà maturato il diritto alla pensione di anzianità (58 anni di età e 35 di contributi), con le vecchie finestre trimestrali sarebbe andato in pensione dal 1° luglio dello stesso anno, mentre con le nuove finestre dovrà restare in panchina fino al 1° gennaio del 2010.
Gli effetti delle nuove finestre saranno sensibili soprattutto per gli autonomi. Dal 2008 anche artigiani, commercianti e coltivatori diretti potranno contare solo su due uscite annuali. A seconda che il diritto venga perfezionato nel primo o secondo semestre i lavoratori potranno mettersi in pensione, rispettivamente, dal 1° luglio dell'anno successivo, ovvero dal 1° gennaio del secondo anno successivo.
L'attesa minima passerà pertanto da sei a 12 mesi, mentre quella massima salirà da nove a 18 mesi. Per esempio, un commerciante che matura i requisiti per la pensione entro il 31 marzo del 2009 (59 anni di età e 35 di versamenti) potrà mettersi a riposo dal 1° luglio del 2010, dopo cioè 15 mesi dal momento in cui ha raggiunto il diritto.