Nel rush finale della Finanziaria, da ieri all'esame dell'aula della Camera, rientrano in gioco sia il ddl Lanzillotta sui servizi pubblici locali che la proroga al 2008 degli incentivi alla rottamazione delle auto. La decisione finale è rimessa al Consiglio dei ministri di oggi, in cui si fisserà anche la strada da seguire per il dibattito in aula. La soluzione più probabile è che si condensi l'intero testo in tre maxi-emendamenti, con le modifiche introdotte in Commissione Bilancio e gli ulteriori ritocchi in arrivo, e su questi venga posto il voto di fiducia. La Finanziaria potrà così essere trasmessa al Senato all'inizio della prossima settimana, per il via libera definitivo.
Per i servizi pubblici locali, la trattativa è in corso. Si tratta di superare l'ostacolo maggiore, l'opposizione dell'ala sinistra della coalizione a parti qualificanti del ddl Lanzillotta. Quanto alla rottamazione delle auto Euro 2, ieri il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha ricordato come in commissione Bilancio un emendamento ad hoc sia stato messo a punto dal relatore Michele Ventura. Proposta che però non è passata per mancanza di copertura e per l'opposizione dei Verdi. «Ora ci stiamo ragionando». Quindi non è escluso che la norma ritorni in un testo riformulato. «In fondo – osserva il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi – l'esigenza della rottamazione delle auto, come di altri beni di consumo, c'è. Le osservazioni mosse riguardano una maggiore caratterizzazione ambientalista. Un punto di sintesi è possibile». «Occorre che ne ragioniamo insieme», replica il capogruppo dei Verdi, Angelo Bonelli.
Il testo approdato in aula è decisamente più corposo rispetto al provvedimento trasmesso dal Senato: si passa da 151 articoli (inizialmente erano 97) a 213, tra commi aggiuntivi e articoli bis, ter e quater, ma anche quinquies e sexies. Anche quest'anno – ha ammesso Ventura aprendo la discussione generale (per oggi è attesa la replica del ministro Padoa-Schioppa) – la discussione della Finanziaria ha messo in luce «i consueti problemi di funzionamento. Non è sufficiente applicare le norme vigenti, né riformare le procedure. Occorre decentrare i contenuti della Finanziaria verso il Bilancio e altri strumenti».
Ad avvalorare il probabile ricorso al voto di fiducia, vi è anche la decisione del Pd di ritirare tutti i propri emendamenti per l'aula. A questo punto, il problema per la maggioranza sarà quello di trovare un'intesa sulle ulteriori modifiche da apportare al testo. Poi la partita, almeno alla Camera, potrà considerarsi sostanzialmente chiusa. Restano peraltro non pochi nodi da sciogliere. Un caso politico è sorto con la soppressione della Coni Servizi Spa, con il capogruppo dell'Udeur, Mauro Fabris, che chiede lo stralcio della norma, «anche perché vi sarebbe un aggravio di almeno 40 milioni sulle casse dello Stato». Critiche anche dall'Udc Luciano Ciocchetti e da Antonio Vento (Fi)
Con un emendamento del relatore, la dotazione del Fondo per il finanziamento del «Protocollo Welfare» scende da 1.548 milioni 1.264 milioni di euro. In tal modo, si equipara la cifra contenuta nel ddl Welfare all'esame del Senato. Quanto alle società di investimento immobiliare quotate, la nuova formulazione del dispositivo contenuto in Finanziaria, corretta per effetto di un emendamento di Angelo Piazza (Rnp), prevede che le Siiq possano decidere entro il 30 aprile 2008 se optare per il regime fiscale speciale. L'opzione varrà fin dal periodo d'imposta in vigore al momento della scelta, «anche in assenza dei requisiti» definiti con la Finanziaria 2007. Passa poi dall'1 al 2% la soglia rilevante per le partecipazioni nelle Siiq.
In commissione Bilancio è stata anche approvata una proposta dei Verdi per mettere al bando dal 2010 le lampadine a incandescenza e dal 2011 gli elettrodomestici energivori.