Negli sconti Ici sulla prima casa spunta in extremis il tetto di reddito, assente dalle bozze della Finanziaria di venerdì.
Al taglio dell'imposta, secondo quanto si apprende dalle slide di presentazione della manovra predisposte ieri dal Governo, potranno accedere solo i contribuenti con reddito fino a 50mila euro. Confermati, invece, sia il limite massimo della nuova detrazione ( 200 euro a contribuente) sia il parametro di calcolo, cioè l'1,33 per mille del valore catastale dell'immobile.
Si rafforzano, dunque, gli strumenti per tutelare l'equità dello sgravio, indispensabili viste le modalità di calcolo scelte dal Governo, che fanno crescere il beneficio insieme al valore catastale dell'immobile (e all'imposta da pagare). Il parametro dell'1,33 per mille abbuona infatti 66,5 euro ogni 50mila euro di valore dell'immobile (assumento come base i valori catastali rivalutati), per cui la dote arriva a 133 euro per un appartamento da 100ila euro e tocca i 199 euro quando l'abitazione ne vale 150mila. Da lì in poi si raggiunge la barriera dei 200 euro, oltre ai quali lo sconto statale non sale.
A incontrare i tagli sul 2007 più consistenti in valore assoluto sono quindi le abitazioni migliori nelle zone più pregiate delle città, ma in termini percentuali (e dunque nel modo in cui di solito si calcolano gli sconti) la situazione cambia: chi vive in una casa di 130-140 metri quadri in centro (di categoria catastale A/3; la tipologia A nella tabella a fianco) nelle città più care ottiene una detrazione che viaggia di solito tra il 20 e il 30%; i proprietari di appartamenti di 90-100 metri quadrati di categoria «economica » e fuori dal centro (tipologia B) riescono, invece, a spuntare benefici spesso superiori al 50% dell'imposta 2007.
A Milano, per esempio, una casapiù ampia in zona centrale totalizza i 200 euro di " bonus", che però rappresentano uno sconto del 28% (ammesso ovviamente chei titolari rientrino nel parametro del reddito); all'appartamento di periferia la Finanziaria porta in dote solo 79 euro, che però sono uno sconto effettivo del 45 per cento. Situazioni analoghe a Roma ( 19% in centro, 37% in periferia) o a Padova (rispettivamente 30% e 50%). E per le case di valore più modesto l'intervento della Finanziaria arriva ad annullare del tutto l'imposta. Accade così da Brescia a Cagliari, da Ancona a Bergamo. A Trento e Bolzano gran parte dell'opera di azzeramento era già stata svolta dalle generose detrazioni locali.
Il limite ai guadagni non è comunque molto severo. Il tetto agisce, infatti, sul reddito individua-le, in modo coerente con il meccanismo dell'imposta che si basa sulla proprietà individuale dell'immobile, per cui a essere escluso dai benefici è il 3,4% dei contribuenti italiani (stando alle dichiarazioni 2004).
Il tetto individuale può, quindi, incidere in vario modo sui benefici effettivi al bilancio familiare. Si prenda il caso di una coppia, comproprietaria al 50% dell'appartamento, in cui un componente possa contare su un reddito di 70mila euro mentre l'altro si ferma a 30mila. Fino a oggi la detrazione comunale (per esempio quella base di 103,29 euro), era divisa equamente fra i due (51,7 euro a testa). La nuova detrazione «statale» (200 euro se il valore catastale dell'immobile porta lo sconto alla cifra massima) spetta in questo caso solo al componente della coppia con il reddito inferiore, che quindi vede salire il suo sconto fino a 151,7 euro (la sua quota di sconto «statale», 100 euro, più i 51,7 euro della detrazione comunale). Il componente più "ricco", invece, si deve accontentare della vecchia detrazione comunale, senza ricavare alcun effetto dal nuovo sconto. La coppia, in pratica, può contare su un alleggerimento finale di 203,4 euro.
Tutto il meccanismo nasce per evitare il rischio di sperequazioni, forte quando si interviene su un'imposta basata su un mix locale di aliquote e detrazioni. Il problema più delicato, infatti, è stato quello di trovare un parametro in grado di modulare gli sconti alle diverse realtà dei Comuni, ognuno dei quali ha propri valori catastali (che sono la base dell'imposta), aliquote e detrazioni. Superata l'ipotesi di far crescere lo sconto con la dimensione dei cen-tri, che avrebbe determinato comunque differenze difficilmente spiegabili, per cogliere l'obiettivo la misura è stata ancorata al valore catastale. In questo modo lo sconto cresce insieme all'imposta ( creando anche una prima tutela contro i rischi di rivalutazioni), e i due limiti di reddito e sgravio complessivo concorrono a evitare che il beneficio si rivolga a contribuenti troppo "ricchi".
Il pacchetto casa si rivolge anche a chi non è proprietario. Sono confermati infatti gli sconti Irpef per gli affitti, finanziati con parte del gettito sottratto all'evasione fiscale. Lo sgravio più consistente ( 300 euro all'anno)è destinato ai redditi lordi fino a 15.494 euro, mentre a chi si colloca fra questo livello e 30.987 spettano 150 euro. A chi ha redditi troppo bassi per entrare nell'Irpef i 300 euro di taglio si traducono in
un'erogazione.