L'ondata contro i costi della politica si abbatte su Comuni e Province, e cancella 33mila posti da consigliere e assessore. Per più di un politico locale ogni cinque (il 21,1%, per l'esattezza) arriva quindi la certezza matematica che la fine del mandato coinciderà con l'addio all'esperienza politica (pagata). Il suo posto, infatti, non verrà messo in palio alle prossime elezioni.
I nuovi limiti
I risparmi sono consistenti ma non clamorosi (230 milioni di euro a regime, di cui 212 milioni dai Comuni), ma in queste cose conta anche il segnale, che senza dubbio è forte e chiaro. E per il politico escluso dal tratto di penna che cancella il suo posto sarà più difficile anche riciclarsi negli organi delle società partecipate, anche loro oggetto di una nuova sfoltita dopo quella prodotta dalla Finanziaria dello scorso anno (che proprio in queste settimane dovrebbe tradursi in pratica).
La gomma per cancellare passa anche sui consigli circoscrizionali, che diventano obbligatori solo per le (12) città sopra i 250mila abitanti (oggi la soglia è a 100mila abitanti). Per tutti gli amministratori locali, poi, scompaiono le indennità di missione, che lasciano il campo solo a un più magro «rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute ». Per i consiglieri, poi, è abrogata anche la possibilità di chiedere l'aspettativa. Nato in primavera dall'effetto «Casta» e poi continuamente rinviato fino a essere bloccato dalla rottura dei rapporti istituzionali fra Governo e Autonomie dello scorso luglio, resuscitato dall'effetto-Grillo, il Ddl Santagata entra in Finanziaria. In una forma riveduta e corretta, che smussa qualche angolo e abbassa qualche obiettivo, ma mette a dieta stretta la politica locale e il mondo che le orbita attorno.
Colpiti i più piccoli
A pagare il prezzo più alto sono le Giunte, soprattutto comunali, che sull'altare dell'alleggerimento della politica locale lasciano un quarto dei propri membri; più di 8mila assessorati su 31mila scompariranno con le prossime elezioni. In particolare la sforbiciata colpirà le città medie, fra 30mila e 50mila abitanti (se non sono capoluoghi di Provincia), dove gli assessori passano da nove a sei e i consiglieri da 30 a 22.
L'esercito più consistente fra quelli destinati alla scomparsa, invece, è naturalmente quello impegnato nei microComuni sotto i 3mila abitanti, che devono dire addio a 12.541 posti da consigliere o assessore. Una misura maldigerita nei piccoli enti, che hanno appena concluso la loro assemblea nazionale e ricordano che «la riduzione di qualche consigliere regionale o qualche parlamentare » sarebbe sufficiente a generare risparmi analoghi. Ma non è tempo di distingui o «benaltrismi» e del resto gli stessi amministratori comunali e provinciali avevano proposto una riduzione del 25% degli organi nella fase preparatoria delle misure contro i costi della politica.
Nelle città
Quando si sale la scala demografica dei Comuni, però, il testo "trasferito" in Finanziaria si fa meno ambizioso rispetto alla versione originaria del Ddl San-tagata, al punto che le 23 città italiane sopra i 250mila abitanti vedono uscire i propri consigli comunali indenni dalla sforbiciata (secondo lo schema presentato a luglio, invece, i grandi centri avrebbero dovuto rinunciare a 8-12 consiglieri a seconda delle dimensioni). I posti, in questo caso, scompaiono solo dalla Giunta, dove il tetto ai componenti provoca un netto appiattimento verso il basso: città come Novara o Pescara, secondo la norma, potranno contare sullo stesso numero di assessori di Milano e Roma.
Le circoscrizioni
La spinta alla razionalizzazione non risparmia nessun livello della politica locale, e affonda il colpo anche sui consigli circoscrizionali. Ad essere divise in circoscrizioni per legge saranno solo le 12 città sopra i 250mila abitanti (e non più sopra i 100mila), mentre i centri compresi fra 100mila e 250mila cittadini (e non più fra 30mila e 100mila) «possono» istituire le circoscrizioni. Una volta a regime, sopravviveranno solo 291 degli attuali 612 consigli circoscrizionali, con 5.636 posti da consigliere (oggi sono 10.493). Ed a scomparire sarà anche un paradosso della legislazione attuale, che obbligava grossi centri (ad esempio Sesto San Giovanni) a istituire i consigli circoscrizionali senza gettone di presenza (che può essere riconosciuto solo nei capoluoghi dopo la Finanziaria 2007), e concedeva centinaia di consiglieri remunerati a piccoli capoluoghi come Gorizia (36mila abitanti), Lodi (40mila), Vercelli o Biella (entrambe 45mila).