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Quel 18,5% sparito nella notte

di Mauro Meazza

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30 settembre 2007

Neutralità. Questa è stata la consegna, venerdì sera, per tecnici e ministri, impegnati a individuare le aliquote che facessero quadrare i tagli all'Ires con il prelievo sui soci. A trovare, cioé, un punto di equilibrio tra la riduzione dell'imposta per le imprese e il successivo trasferimento degli utili (meno tassati) ai possessori delle azioni di quelle stesse imprese. Di questa faticosa ricerca della neutralità fiscale sono rimaste più tracce nelle varie bozze del disegno di legge finanziaria.
Per almeno tre volte- assicurano da Palazzo Chigi - il testo è stato riscritto, fino ad arrivare alla versione intercettata nella serata di venerdì dal Sole-24 Ore. Nella quale la misura aurea per mettere d'accordo soci e società era il «18,5%». Un'aliquota che non ha mai visto la luce del giorno. Al termine del Consiglio dei ministri, alle 3 e 45 di ieri mattina, quel comma di contatto tra Ires, dividendi e capital gain è stato rinviato agli specialisti, perché lo adeguassero in base alle linee guida spiegate, poi, dal presidente del Consiglio, Romano Prodi e dal viceministro Vincenzo Visco in conferenza stampa: si tasseranno i percettori di dividendi in proporzione al livello della nuova aliquota Ires (27,5%, con un'ulteriore riduzione rispetto al 28% immaginato venerdì sera), ma senza aggravi sul prelievo complessivo; non si modificherà la tassazione sui capital gain.
A questa quadratura del cerchio si arriverà partendo da un particolare determinante, segnalato dal direttore del Dipartimento per le politiche fiscali nell'intervento in questa stessa pagina: si cambia regime solo per le partecipazioni qualificate. I risparmiatori «qualsiasi », insomma, non avranno aggravi. Le taglie forti, dal canto loro, avranno modifiche percentuali che non cambieranno però il «netto in tasca». Così, tra la nottata di venerdì e il pomeriggio di ieri, l'effetto collaterale della maxirevisione Ires sembra aver trovato una via d'uscita.Il testo che sarà consegnato nei prossimi giorni al Senato ci rivelerà quei dettagli che - come sempre accade per la materia fiscale - diventeranno decisivi per capire il funzionamento del nuovo regime. Per capire, cioè, come far quadrare una riscrittura imponente delle regole per le imprese con l'imperativo di evitare effetti sui soci.

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