Molta semplificazione, ma pochi risparmi per le imprese (e tutti da verificare) dalle modifiche all'Irap contenute nella Finanziaria 2008. L'intervento, finalizzato a sganciare la base imponibile dalle variazioni fiscali del modello Unico, non provocherà, in genere, riduzioni del carico fiscale. L'abbassamento di aliquota è infatti accompagnato da una riduzione proporzionalmente corrispondente degli importi fissi deducibili per i dipendenti, e si farà sentire dunque solo per le società che hanno un'elevata differenza tra valore e costi della produzione e non impiegano personale. Il legame esclusivo con il conto economico rende meno complesso il calcolo dell'imposta, eliminando la necessità di stanziare imposte differite per il tributo regionale, ma non crea, salvo casi particolari, il calo dell'imposta.
La prima modifica prevista in Finanziaria consiste nella riduzione dello 0,35% dell'aliquota di base, che, rapportato alla misura precedente, significa un abbattimento dell'8% circa. In eguale misura, il legislatore provvede però a limare gli importi delle deduzioni per il personale a tempo indeterminato, introdotti dal 2007 (taglio del cuneo fiscale): da 5mila a 4.600 euro per lo sconto su scala nazionale e da 10mila a 9.200 euro per quello in alcune regioni meridionali. Al contempo scendono le deduzioni per i soggetti di minori dimensioni. L'impatto del taglio dell'Irap incide dunque in misura significativa per imprese (come ad esempio quelle di compravendita immobiliare) che possono conseguire ingenti valori della produzione, anche senza costi del personale.
L'altra novità riguarda le modalità di calcolo dell'imponibile delle società di capitali ed è finalizzata sia a semplificare il lavoro di contribuenti e uffici accertatori, sia a porre le basi per rendere autonoma la disciplina dell'imposta regionale dal Tuir. Gli effetti di un simile intervento, in termini di possibili risparmi per le imprese, dipendono dall'esistenza, nel modello Unico, di significative variazioni incrementative, di carattere definitivo, rispetto al risultato di bilancio, che traggano origine da oneri inclusi dell'area alta del conto economico. Ad esempio, ne trarranno un beneficio le società che rilevano ogni anno rilevanti rettifiche per costi indeducibili, variazioni che, fino al 2007, incrementano la base di calcolo dell'Irap e che, invece, a seguito delle riforma, non saranno più da considerare. Penalizzato, invece, chi aveva rettifiche negative, ma in questo caso il problema è una diretta conseguenza dell'intervento sull'Ires.
Il raccordo tra Irap e bilancio comporta anche la progressiva eliminazione delle imposte differite attive e passive per questo tributo. La norma transitoria prevede che, fino a esaurimento, la variazioni temporanee rilevate entro il 2007 continueranno a influenzare l'imponibile, con una particolarità per il saldo delle deduzioni da quadro EC che, ai soli fini Irap, dovranno essere portate a tassazione in sei quote costanti. Ultimato il riversamento di queste differenze temporanee, dunque, il calcolo delle differite riguarderà solo l'Ires, poiché l'imponibile Irap corrisponderà sempre a un certo aggregato del conto economico dell'anno.
Un particolare effetto delle modifiche in arrivo sarà quello di rendere irrilevanti plus e minusvalenze su beni strumentali laddove siano iscritte, in base ai principi contabili, nell'area straordinaria del bilancio. La norma oggi in vigore, invece, esclude da imposizione questi proventi solo se relativi ad aziende o beni non strumentali; dal prossimo 1° gennaio 2008, forti benefici per chi dismette cespiti con plusvalenze, laddove si tratti di cessioni di natura straordinaria.
