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Draghi: «ll recupero dell'evasione a favore di chi compie il proprio dovere fiscale
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di Piero Fornara

TORINO – Si apre con nota di ottimismo il discorso del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, intervenuto oggi al 13° congresso Aiaf, Assiom, Atic-Forex in corso al Lingotto di Torino: «Una congiuntura internazionale che rimane favorevole vede l’area dell’euro crescere a ritmi quasi doppi di quelli dell’ultimo quinquiennio», tanto più che «i tassi di interesse reali a breve termine sono rimasti bassi in tutte le fasi cicliche, tra lo zero e il 2,3 per cento» e dall’avvio dell’Unione monetaria «l’economia europea ha creato 12 milioni di posti di lavoro, beneficiando di riforme nel funzionamento dei mercati del lavoro e della moderazione salariale».

In questo scenario anche l’economia italiana cresce, ma grazie al buon andamento dell'Europa, trainata dalla Germania: adesso occorre spingere la crescita interna. Nel 2006, secondo le stime disponibili, l'aumento del Pil italiano «è stato di poco inferiore al 2 per cento». Ma non basta, dice Draghi, perché bisogna avviare «un processo di aumento duraturo della produttività», che ristagna dalla metà degli anni Novanta. Occorre liberare le risorse materiali e soprattutto di capitale umano, in particolare quelle dei giovani. Ci sono già segnali positivi, dice il governatore, «soprattutto nelle imprese più esposte alla concorrenza internazionale, ma è ancora difficile discernere con sicurezza l'effetto di cambiamento di natura strutturale da quello dei fattori» che si osservano normalmente nelle fasi di ripresa dell'economia.

La concertazione. Sul futuro c’è però anche un senso di disagio, perché «non è realistico aspettarsi che le condizioni oggi prevalenti sui mercati possano durare per sempre». Il governatore auspica «una maggiore collaborazione internazionale, non soltanto per avviare un graduale superamento degli squilibri global, ma soprattutto per irrobustire l’infrastruttura finanziaria mondiale. Non sappiamo da dove verrà la prossima crisi; dobbiamo far di tutto per essere preparati».

Ritornando all’Italia, Draghi ha detto che «il debito pubblico può essere ridotto significativamente in tempi brevi. Si deve puntare a un bilancio strutturalmente in pareggio», aggiungendo che «una riduzione stabile del rapporto fra debito e prodotto interno lordo richiede due condizioni: crescita e riduzione della spesa».

Nel campo del lavoro e della previdenza, il governatore ha spiegato che «il tasso di occupazione nel nostro Paese, nella fascia d'età tra 55 e 64 anni supera di poco il 31%, oltre dieci punti in meno rispetto alla media dell'Unione europea e quasi venti punti al di sotto dell'obiettivo condiviso dall'Italia e stabilito nel 2000 dal Consiglio europeo di Lisbona per il 2010». In questo ambito «occorre uno sforzo di consapevolezza collettiva, simile a quella che alla metà degli anni Ottanta e successivamente con gli accordi del 1992-93 portò il Paese, con decisioni sofferte ma lungimiranti sulla scala mobile, a infrangere la rigida spirale dei prezzi e dei salari».

Sulla questione delle tasse dal numero uno di Bankitalia è venuto un breve, ma significativo accenno. «Il livello dell'imposizione tributaria in Italia è elevato: penalizza le famiglie e le imprese che compiono il proprio dovere fiscale. In prospettiva esso va moderato. I frutti della lotta all'evasione devono trovare compensazione nella riduzione delle aliquote».

Il sistema bancario italiano. Le recenti operazioni di fusione fra le banche italiane devono portare vantaggi per i clienti. «Prezzi più bassi e migliore qualità dei servizi» ha affermato il governatore della Banca d'Italia nel suo intervento al Forex di Torino e «i gruppi nati dalle concentrazioni devono dimostrare di essere in grado in grado di ridurre significativamente e rapidamente gli oneri per la clientela accelerando l'integrazione di strutture prima distinte», aggiungendo che «il consolidamento bancario può e deve produrre una maggiore efficienza degli intermediari, non una minore concorrenza: deve tradursi in prezzi più bassi e migliore qualità dei servizi».

Il sistema dualistico di governo societario (il consiglio di sorveglianza, ben distinto dal consiglio di gestione, a cui spettano le decisioni operative), scelto in occasione delle recenti aggregazioni come Intesa-Sanpaolo o Bpi-Bpvn, contiene «il rischio di una non chiara distinzione di ruoli e responsabilità con pregiudizio per l'efficienza e la rapidità delle decisioni». In particolare, secondo il governatore, «meriti e limiti delle scelte compiute andranno valutati alla luce dei fatti: il modello dualistico ha agevolato i processi di aggregazione, può non dimostrarsi funzionale in futuro. In tal caso occorrerà ovviare alle carenze riscontrate con spirito pragmatico».


Tutela dei clienti.
Le recenti operazioni di fusione fra le banche italiane devono portare vantaggi per i clienti: «prezzi più bassi e migliore qualità dei servizi». ll governatore, nel prosieguo del suo intervento al Forex di Torino, è tornato a parlare dei costi legati alla chiusura dei conti correnti bancari, già richiamati nelle sue Considerazioni finali dell’anno scorso: «Una recente indagine della Comissione europea sulla concorrenza nel settore bancario indica in 90 euro il costo di gestione di un conto corrente bancario in Italia, contro una media europea di circa 14 euro, ma precedenti analisi della Banca d’Italia – sulla base di un campione di clienti esaminati in ispezione – valutavano tale costo in ben 163 euro. Naturalmente le stime differiscono in relazione al numero, alla tipologia e al grado di utilizzo dei servizi inclusi».

La Borsa. Draghi è convinto che «Borsa italiana dispone di un importante strumento competitivo», beneficiando del vantaggio «di accentrare la negoziazione dei titoli, soprattutto azionari, sui mercati nazionali». Alla lunga però «non potranno non avvertirsi gli stimoli della recente competizione: (…) la fisiologica attrazione della liquidità verso i mercati di maggiore spessore rischia di marginalizzare le strutture che restino isolate: così è avvenuto in Italia per le Borse regionali». Insomma, è il pensiero del governatore, «il mancato sfruttamento di economie di scala può indebolire in prospettiva la stessa competitività dei prezzi praticati dalla Borsa italiana».

Opa europea e direttiva Mifid. L’Opa europea, frutto di un «non felice compromesso» non deve essere l'occasione «per capovolgere il principi sanciti nel Testo unico della finanza». Per il governatore di Bankitalia l'attuazione della direttiva Mifid (per l’armonizzazione dei servizi bancari e finanziari in tutta l’Unione europea) «stimolerà la concorrenza fra mercati regolamentati. Ne risentiranno in misura maggiore i Paesi, come l’Italia, dove vigeva l’obbligo di concentrare gli scambi azionari in Borsa». Infatti ci sono alcune banche internazionali che si stanno accordando «per costituire una piattaforma per la negoziazione di azioni e per creare un sistema comune di raccolta e di condivisione degli scambi azionari». Questi fatti «sono destinati ad accrescere rapidamene e significativamente l’intensità della concorrenza e la concentrazione a livello europeo e mondiale. La sfida è aperta.Le banche italiane e la Borsa devono prenderne atto e prepararsi ad affrontarla».

La previdenza complementare. Un paragrafo del discorso di Draghi a Torino è infine dedicato ai fondi pensione. «L'impiego del Tfr nella previdenza complementare può comportare benefici considerevoli per i lavoratori», ma «il raggiungimento di pensioni adeguate richiede un'accumulazione su un ampio orizzonte temporale». In base a indagini recenti, dice il numero uno di Bankitalia, «i lavoratori continuano a sovrastimare ampiamente l'entità delle future pensioni; resta basso il grado di conoscenza degli strumenti della previdenza complementare». In particolare «agli autonomi, ai giovani e alle donne, penalizzati dalla maggiore variabilità e discontinuità dei redditi vanno offerti schemi pensionistici che consentano ampia libertà nella scelta dei flussi di contribuzione e che facilitino la cumulabilità e la trasferibilità da una forma previdenziale all’altra, anche dei versamenti effettuati in diverse fasi lavorative». Per Draghi la possibilità di fruire dei vantaggi della previdenza complementare dovrebbe essere estesa anche ai dipendenti pubblici.
3 febbraio 2007

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