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Danilo Di Luca vince in salita e torna in maglia rosa
Un killer, si sa, torna sempre due volte sul luogo del delitto: ed è per questo che chiamano Killer Danilo Di Luca. Quando l'abruzzese 'annusà i suoi territori è tremendo: a Montevergine torna a vincere la tappa del Giro come 5 anni fa e si riprende la maglia rosa. Da questa volta in poi non ci sarà più un Gasparotto a togliergliela, ma avversari più importanti e titolati che si chiamano Riccò, secondo, Cunego, terzo e Garzelli, quinto. La prima salita del Giro, tappa da Salerno al Santuario di Montevergine di Mercogliano a due passi da Avellino, come abbondantemente previsto non regala il sicuro vincitore della corsa rosa, ma almeno ha il merito di inquadrare meglio i possibili vincitori e di indicare chi arrancherà in futuro dalle retrovie. Tappa caratterizzata dalla maxicaduta di S.Antonio Abate: un mucchio selvaggio di corridori accatastati come in uno sfasciacarrozze, colpa della pioggia e del basolato viscido, brutta botta per Paolo Bettini che ha faticato ad arrivare all' arrivo e che ha eliminato il sudafricano McLeod (Francais de Jeix), clavicola rotta per lui. Ma tappa che racconterà anche i dubbi di Gilberto Simoni, che ha lasciato la volata in salita al compagno della Saunier Riccò: altri 15« di ritardo per il trentino, ma anche altri + 34» per Paolo Savoldelli. Con l'abbuono preso da Di Luca come vincitore di tappa, + 20«, il distacco di questi due corridori è consistente. Sono questi due 'senatorì gli sconfitti di giornata, mentre Cunego magari non è così brillante in volata, ma dopo l'arrivo rideva, perchè ha dimostrato di esserci, e ci sarà fino in fondo. Di Luca quindi primo come 5 anni fa e anche in maglia rosa: prevedibile, conoscendo la cattiveria agonistica dell'uomo Liquigas, squadra che sta dominando questi primi giorni in rosa. »Io ho dovuto fare solo gli ultimi 200 metri, per il resto dei 17 chilometri della salita ho avuto una grande squadra, che ha lavorato per me«, ha infatti confessato a caldo Di Luca. Alle spalle dell'abruzzese spuntano ora due uomini Csc, la ex squadra di Ivan Basso, Schleck e Zabriskie, ma la classifica generale è ancora condizionata dalla cronosquadre di La Maddalena: ecco perchè dietro al capitano Liquigas si trovano ancora ben tre suoi compagni, Pellizotti, Noè e Nibali. Riccò e Cunego alle spalle di Di Luca sulla salita di Montevergine dicono che il ciclismo un futuro ce l'ha, ma è stata la prova del messinese Nibali quella che ha impressionato di più, visto che è stata una azione fortissima del siciliano in testa al gruppo quella che ha permesso di riprendere l'attaccante dell'ultim'ora, ossia Julio Perez Cuapio, il messicano della Panaria di Reverberi. Ora il Giro, dopo le polemiche su trasferimenti faticosi, dopo aver risposto alle dichiarazioni del procuratore antidoping del Coni Torri sul caso Basso (»i corridori non parlano perchè hanno paura di finire in un fosso«: »Stupidaggini«, ha tagliato corto Savoldelli) comincia a fare sul serio. Ha trovato un padrone, ha trovato una squadra padrona, ha degli attaccanti giovani, ha finalmente ritrovato un pubblico, perchè nonostante tutti i guai la gente si accalca ancora ai bordi delle strade in gran massa per vedere la corsa e anche gli ascolti Rai sono incoraggianti. Due cose che gli scettici non avrebbero immaginato alla vigilia della partenza dalla Sardegna. Domani parte da Teano, altro luogo garibaldino e arriva alle porte di Roma, a Frascati dopo 173 km. |