CRONACA
Tutti contro tutti, per riempire il vuoto lasciato da Basso
di Dario Ceccarelli
E adesso? Che Giro sarà senza Ivan Basso? La prima conseguenza, ormai metabolizzata dagli altri leader, è che questa volta si correrà senza un padrone della corsa. Un "liberi tutti" che modifica completamente il quadro di partenza e che può portare a degli sviluppi del tutto inattesi.
Detto brutalmente, mancando il gatto, i topi ballano. Nel senso che l'assenza di Basso spariglia le gerarchie dando la possibilità anche a figure di secondo piano di giocare le proprie carte. La stessa cosa che succede quando viene a mancare un leader che ha dominato per tanti anni. Come è capitato, per restare nel passato recente, per il dopo-Indurain, il dopo-Armstrong e il dopo-Pantani. Si crea un vuoto che deve essere riempito.
Il problema è se gli aspiranti alla corona hanno le qualità per diventare regnanti. L'anno scorso, al Tour de France, si è già vissuto una storia analoga. Fu un Tour divertente, pirotecnico, ma anche un Tour dominato da mezze figure che alla fine partorì un topolino, l'americano Floy Landis, che oltretutto si rivelò dopato. Un bel flop che fece cadere, in termini di attenzione, e di ascolti televisivi, anche un colosso come la corsa francese.
A volte, però, le cose vanno meglio. Felice Gimondi, nel Tour del 1965, vinse da debuttante approfittando proprio di un interregno da colmare. Poi arrivò Merckx, ma intanto il bergamasco una maglia gialla l'aveva messa in bacheca.
Tornando al presente, la prima cosa che emerge è il ritorno di una sfida al peperoncino, che già caratterizzò il Giro del 2004: quella tra Simoni e Cunego. Quella volta, l'ambizioso principe, Cunego, scalzò brutalmente il vecchio re. Simoni, oltretutto suo capitano, la prese male. Gridò al tradimento, alla mancanza di rispetto, ma alla fine si rassegnò cercandosi un' altra squadra. Ora si ritrovano uno contro l'altro, capitani di due squadre diverse. Simoni, a 36 anni, e senza Basso tra i piedi, può fare il tris. Le montagne non mancano e nessuno, tra i leader, va così forte a cronometro da impensierirlo. In più avrà quella sana voglia di rivincita che, a volte, è un fantastico doping naturale. Il vecchio Gibo può anche contare su un elemento emergente come Riccardo Riccò, 23enne di belle speranze e carico di ambizione, che gli può essere utilissimo a patto che non gli si rivolti contro come già è successo con Cunego.
Ecco, Damiano Cunego resta un po' un enigma. Al Giro del Trentino è andato bene, però da tre anni, nelle grandi corse, fa poco o niente. Ha solo 26 anni, vero, però ora non può più nascondersi. Basta con la storia del ragazzo che deve crescere. Quindi, volente o nolente, è in pole position. Un' altra delusione lo ridimensionerebbe definitivamente.
Gli altri big? Paolo Savoldelli, innanzitutto. Primo perchè ha già firmato due edizioni (2001, 2005), e poi perchè, oltre che ad aver esperienza (34 anni) è un corridore di classe. Forte a cronometro, abile nel gestire la corsa, fortissimo in discesa. Brilla meno in salita, ma quando sta bene sa amministrare bene i ritardi. Al Romandia Savoldelli è arrivato secondo dimostrando di essere quasi al top.
Un altro da tener d'occhio è Danilo Di Luca. Lo conosciamo, è più tipo da classiche, come ha dimostrato in aprile vincendo la Liegi-Bastogne-Liegi. L'abruzzese però ha il pallino del Giro. Finora, questa voglia, non l'ha soddisfatta, però... Tra l'altro, nella Liquigas, può contare su un giovane molto interessante che si è distinto pochi giorni fa centrando il Giro di Toscana dopo aver vinto anche a Larciano: parliamo di Vincenzo Nibali, 22 anni, professionista dal 2005. Il cittì Franco Ballerini ha speso parole importanti per questo giovane talento siciliano: «Nibali ha numeri da campione. Va forte dappertutto e in futuro non lontano lo vedo protagonista per le cors e a tappe». E scusate se è poco
Infine, qualche finestra. Una per Paolo Bettini che certamente, con la maglia di campione del mondo, vorrà lasciare il segno. Almeno in qualche agguato di giornata. Per i velocisti, in bocca al lupo a Petacchi. In Sassonia ha dato confortanti segni di risveglio, dopo la lunga convalescenza per l' infortunio al ginocchio: ora deve solo riaquistare fiducia per tornare a lasciare il segno. C'è un australiano, un certo Robbie McEwen, 145 vittorie in carriera, che farà di tutto per lasciarlo indietro. Scintille in arrivo.