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DA TENERE D'OCCHIO | ||
![]() | Paolo Savoldelli |
Dalla Discovery Channel di Armstrong all'ambiziosa compagine kazaka Astana Team, Paolo Savoldelli è tuttora uno dei più forti ciclisti italiani, un nome che non si può ignorare al Giro d'Italia, avendone vinti ben due (2002-2005). Grande discesista – è soprannominato "Il Falco" – discreto a cronometro e valido anche come scalatore, Paolo Savoldelli, bergamasco, diventa professionista nel 1996 con la Roslotto-Mg Mobili, dimostrandosi da subito particolarmente portato per le corse a tappe. Nel 1998 passa alla Saeco, vince il Giro del Trentino e ottiene il 9° posto al Giro d'Italia. Nel 1999, sempre con i colori Saeco, bissa il successo al Trentino e si presenta al Giro d'Italia come uno dei principali antagonisti di Pantani. Dopo la squalifica del Pirata a Madonna di Campiglio, spetta a lui partire con la maglia rosa nel tappone che, attraverso la Cima Coppi e Passo Gavia, porta all'Aprica. Savoldelli rifiuta però la maglia rosa in segno di solidarietà con il campione romagnolo e sulle rampe del Mortirolo perde il Giro d'Italia a favore di Ivan Gotti. Riesce a difendere il secondo posto precedendo a Milano di un solo secondo Gilberto Simoni, pur consapevole di aver perso una grande occasione. Nel 2000 si presenta al Giro d'Italia come favorito, avendo vinto il Giro di Romandia e una tappa del Giro del Trentino, ma cade e il Giro finisce male; partecipa anche al Tour, ma accusa problemi fisici e solo nel 2001 riesce a rimettersi in sesto. Il suo Giro 2001 si conclude al 14° posto, a quasi venti minuti da Gilberto Simoni. Nel 2002, dopo quattro anni alla Saeco, cambia ambiente e si trasferisce all'Alexia Alluminio, squadra di secondo piano della quale è capitano unico. Esclusi, per ragioni di doping, sia Gilberto Simoni che Stefano Garzelli, riesce ad approfittare di questa opportunità strappando la maglia rosa all'australiano Cadel Evans, dimostrando grande forza e notevole acume tattico. Dopo la corsa rosa Savoldelli firma un vantaggioso contratto di due anni con la T-Mobile, orfana di Ullrich, diventando uno dei favoriti per il Tour. Nel mese di febbraio 2003 a Tenerife, durante il ritiro con la T-Mobile, il corridore bergamasco si schianta in bicicletta contro una moto, restando per terra tramortito e riportando fratture multiple. Nell'estate, una forma virale gli fa chiudere la stagione praticamente senza aver disputato una corsa. Nel 2004 riparte con cautela e a maggio si schiera al via del Giro di Germania, ma la sfortuna è di nuovo in agguato: Savoldelli cade nuovamente, ma lo stop è meno grave del precedente, e il corridore bergamasco rimonta in sella in estate. Intanto firma un contratto biennale con la Discovery Channel, la compagine americana di Lance Armstrong. La sfortuna è di nuovo in agguato nel gennaio del 2005: Savoldelli si sta allenando con Armstrong in California, quando gli scoppia la camera d'aria della ruota anteriore e si ritrova per l'ennesima volta in terra, fratturandosi la clavicola. Ma la voglia di correre è tanta, e con un pizzico di sana incoscienza, dopo quindici giorni torna già ad allenarsi e dopo tre settimane è in strada a correre. Arriva al Giro d'Italia convinto di non poter competere con Basso, Cunego e Simoni. Però è in buona forma: le salite appenniniche della prima settimana lo vedono in prima linea; ottima la cronometro a Firenze; segue la vittoria di tappa a Zoldo Alto, la conquista della maglia rosa a Ortisei, fino alle grandi emozioni dell'ultima settimana e, soprattutto, dell'epica tappa del Sestrière. Fra Ortisei e Milano controlla la gara dimostrando una saggezza tattica da consumato vincente. Sceglie con lucida freddezza i punti in cui sarà costretto a limitare i danni - vale a dire le salite più dure dove dovrà concedere qualcosa agli scalatori puri - e quelli in cui, al contrario, dovrà dare tutto per avvantaggiarsi (discese, cronometro). Sulla strada il piano tattico trova perfetta esecuzione. Savoldelli cede qualche secondo a Rujano e Simoni in salita, risparmiando le forze che poi gli servono per far tornare i conti nella crono di Torino. Nei momenti di difficoltà riesce a trovare per strada alleanze che lo aiutano a conservare il primato in classifica generale, salendo per la seconda volta sul gradino più alto del podio del Giro, prendendosi una grande rivincita sulla sfortuna e ottenendo un successo costruito con dedizione e sacrificio. Nello stesso anno partecipa anche al Tour de France in qualità di gregario di Lance Armstrong. Si toglie comunque la soddisfazione di contribuire alla vittoria della suo team nella cronomentro a squadre e soprattutto di vincere la 17a tappa. Nel 2006 si classifica quinto al giro d'Italia, vincendo la prima cronometro e indossando la maglia rosa. |