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Apple iPhone in vendita tra code, entusiasmi e critiche

Antonio Dini

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C'è chi è stato in coda per quasi una settimana con l'obiettivo di accaparrarsi a tutti i costi un iPhone. E non ce n'era assolutamente bisogno, perché in realtà non è andato esaurito. Il fine settimana di lancio dell'apparecchio cellulare di Apple, presentato lo scorso gennaio e da allora diventato un fenomeno della comunicazione sui mezzi tradizionali e i blog della rete, è finalmente arrivato nei negozi degli Stati Uniti. Ogni giorno, negli ultimi mesi, centinaia e poi migliaia di articoli di giornale hanno scandito negli Usa il conto alla rovescia che ha portato all'euforia finale: accampamenti sulle strade attorno ai 160 negozi di Apple e al migliaio di punti vendita di At&T.
Lunghissime code, testimoniate spesso in diretta su blog e photoblog, per una "esperienza di acquisto" della durata massima invece di un paio di minuti. Le code in tutti i negozi Apple negli Usa sono defluite alla massima velocità grazie all'intuizione, questa sì realmente innovativa, per il modello di vendita. Anziché far perdere mezz'ora al cliente all'interno del negozio per l'attivazione del telefono, la verifica dei dati e le altre pratiche burocratiche presenti anche nel sistema di telefonia mobile americana, si è scelto di lasciarle ad un secondo momento attraverso la connessione ad Internet con il software di Apple iTunes. Questo ha snellito enormemente la complessità della procedura di vendita, permettendo ad Apple di realizzare volumi di vendita da record. C'è chi avanza l'ipotesi che si siano venduti mezzo milione o forse addirittura un milione di apparecchi dalle 18 di venerdì scorso sino alle 22 di domenica sera.
Il tutto esaurito, invece, non c'è stato per via del volume di scorte che la produzione dei terzisti asiatici dell'apparecchio cellulare è riuscita ad assicurare. Soprattutto per i negozi monomarca di Apple, che hanno avuto a disposizione volumi di magazzino amplissimi. Differente il caso per At&T, la compagnia telefonica partner nel lancio del telefono e unico fornitore di servizio per l'apparecchio. Pochi iPhone a disposizione (da un minimo di dieci a un centinaio), con conseguente e frustrante "tutto esaurito" in molte località, problemi al sistema informatico di gestione di molti negozi che ha rallentato ulteriormente la procedura, problemi anche al sistema di gestione della registrazione dei nuovi utenti (soprattutto nel caso di passaggio da un altro operatore ad At&T) che ha voluto dire per alcune decine di migliaia di persone un'attesa di molte ore, in qualche caso di uno o due giorni prima di poter avere il proprio telefono perfettamente funzionante.
Insieme agli acquirenti anche molti giornalisti e blogger statunitensi hanno cominciato ad avere finalmente a disposizione un iPhone, dopo che solo tre testate (New York Times, Wall Street Journal e il settimanale Newsweek) avevano avuto con un congruo anticipo la possibilità di provare estesamente l'apparecchio telefonico. Emergono quindi nuovi test e prove d'uso. Giudizi sostanzialmente positivi anche se non mancano le polemiche e qualche piccola magagna: iPhone non è compatibile con la versione 64 bit di Windows Xp o Vista (Apple non avrebbe chiaramente informato la clientela al riguardo), iPhone non permette in realtà una sincronizzazione avanzata con la posta elettronica aziendale basata su Microsoft Exchange, la velocità di connessione tramite la rete Gsm-Edge di At&T viene da molti considerata non sufficiente rispetto alle connessioni veloci di Sprint, Verizon e ai sistemi di terza generazione Umts della stessa At&T e di T-Mobile. Ancora, il tastierino virtuale - che peraltro alcuni giurano già dopo un paio di giorni d'uso che sia "il migliore mai visto" - in realtà sta dando problemi ai molti meno avvezzi alle nuove tecnologie o semplicemente dotati di mani grandi.
Alla fine, il lancio di iPhone segna comunque una tappa storica nell'elettronica di consumo e nella capacità del marketing aziendale: meglio del lancio di Windows 95 o di altri prodotti come ad esempio la Mustang di Ford alla fine degli anni Sessanta. A dimostrarlo, in effetti, la constatazione che riassume il fine settimana soprannominato dagli appassionati "iWeek End": tutti in coda quando non ce n'era affatto bisogno, dato che non c'è stato il tutto esaurito.
Antonio Dini

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