Per alcuni analisti l'avvento dell'iPhone in Europa può solo aiutare i concorrenti. Nokia, Motorola, Samsung e compagnia, quindi, hanno più da guadagnare che da perdere dalla curiosità che il telefono con il logo della Mela susciterà negli utenti in concomitanza dello shopping natalizio. Perché? Presto detto. Intanto perché una Nokia che vende in giorno nel mondo i telefoni (un milione) che Apple ha venduto in due mesi e mezzo negli Usa non può temere di perdere volumi di vendita. Ma la vera ragione è un'altra: il valore aggiunto che l'iPhone porterà in dote ai carrier europei sono i servizi extra di cui un classico telefonino non è dotato e questo fa gioco ai produttori che andranno i rifornire gli operatori che non saliranno sul carro del super cellulare di Steve Jobs (come hanno già fatto O2, T-Mobile, Orange e probabilmente anche Tim) e punteranno su nuovi modelli con avanzate prerogative multimediali (musica in testa), come ha già comunicato farà Vodafone nel Regno Unito. La competizione in Europa, del resto, è noto sia ben più marcata che non oltreoceano.
Carolina Milanesi, Research Director in Gartner, è intanto dell'avviso che la disponibilità del prodotto nel Regno Unito a partire dal 9 novembre sia una "grande cosa" e l'accordo raggiunto da O2 con il provider Cloud per sfruttare i 7.500 hot spot Wi-Fi di quest'ultima e servire agli utenti abbonati collegamenti a Internet su tutto il territorio minimizzerà il fatto che il telefono non supporta (al momento) le reti 3G ma solo quelle Edge (per cui l'operatore del Gruppo Telefonica dichiara una copertura del 30% al momento del lancio).
La questione del prezzo
L'iPhone si comprerà da O2 e presumibilmente in tutta Europa a 399 euro (prezzo di listino al pubblico). Tanti o pochi? Secondo Milanesi, "per capirlo è necessario comprendere le modalità con le quali l'iPhone viene posizionato sul mercato e le eventuali sovvenzioni valide in ogni singolo Paese. Il prezzo di 399 euro, se comparato con i dispositivi di fascia alta appare ragionevole a un utente italiano, che non gode di benefici di alcun tipo. Il mercato britannico, invece, è viziato dalla presenza nei negozi di terminali a prezzo scontato e per i consumatori sarà un po' più difficile comprenderne l'impatto. Se considerato però come un iPod con cellulare integrato il prezzo è giustificato a prescindere dalle sovvenzioni o meno di cui godono i telefonini nel Regno Unito, e comunque va valutato rispetto al target di utenza a cui si rivolge". Che è quella di persone in cerca di un dispositivo "cool" e multifunzionale. "L'accordo con O2 - ha rimarcato il fatto Milanesi - offre all'operatore uno strumento unico per avere più presa sulla propria customer base, a renderla nel tempo più fidelizzata. E per i carrier il fatto di non accollarsi la sovvenzione è sinonimo di risparmio sui costi di vendita".
A determinare le sorti dell'iPhone potrebbero quindi essere le tariffe flat del traffico dati (a partire da 35 sterline mensili e per la durata minima di 18 mesi quelle che propone O2) che l'utente si troverà incluse nel pacchetto di acquisto. "La maggior parte dei consumatori - a detta di Milanese - non compreranno l'iPhone semplicemente per aggiornare il cellulare attualmente a disposizione. Se Apple vendesse il suo prodotto in quanto terminale fine a sé stesso avrebbe poche chanches di catturare significative quote di mercato". Quanto alla percentuale che la casa californiana pare intenda chiedere ai vari operatori che venderanno in esclusiva l'iPhone nei singoli Paesi Europei (T-Mobile avrebbe il mandato per distribuirlo in Germania, Croazia, Austria, Ungheria e Slovenia) Milanesi lascia aperto il campo a tutte le ipotesi, adducendo al fatto che il 30/40% di "fee" preteso da Jobs siano al momento solo voci speculative e prive di conferme ufficiali.
In testa ad altri analisti resta in ogni caso il dubbio che l'elevato costo del terminale (paragonabile a quello dei Nokia N95, dotati di connettività Internet 3G, camera digitale da 5 megapixel e ricevitore Gps integrato) possa rivelarsi in ogni caso un motivo di limitato "appeal" del prodotto sul pubblico europeo, nonostante la forza e il fascino indiscutibile del marchio Apple. E la folla assiepatasi davanti all'Apple Store di Londra ieri, a detta della ricercatrice della Gartner, ne è solo l'ultima conferma.