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12 febbraio 2007

Mestieri nuovi, competenze vecchie

di Francesca Barbieri e Emanuele Scarci
Le regole in vigore per avviare un'attività commerciale o professionale

Colpo di spugna su una sfilza di vincoli e restrizioni anticoncorrenziali e abbattimento delle barriere d’ingresso per diversi mestieri, ma senza sfiorare i requisiti tecnico-professionali, almeno nei casi dove sono giustificati.
Per esempio, gli addetti alle pulizie non dovranno più sapere di chimica e quelli al facchinaggio di fisica; le guide turistiche dovranno dimostrare di conoscere la storia dell’arte e l’archeologia senza obbligo di residenza nel territorio dove si esercita la professione; barbieri ed estetiste dovranno frequentare corsi di qualificazione ma non rispettare vincoli di distanza minimi e numerici.
Il pacchetto di liberalizzazioni varato dal Governo, sia sotto forma di decreto che di disegno di legge, dà una scossa salutare alla libertà di concorrenza e al corretto funzionamento del mercato, anche se forse per il disegno di legge, che contiene le norme sugli agenti di affari, sarà necessario sciogliere il dubbio della norma taglia-ruoli.
La deregulation del ministro Bersani disbosca una giungla fitta di ostacoli e restrizioni normative che a volte, nell’intento di erigere barriere d’ingresso, erano diventate grottesche. Per esempio, sono stati aboliti, con decreto, particolari requisiti professionali, conoscenza della chimica e della fisica, per alcune attività di carattere elementare come la pulizia e il facchinaggio. Restano i requisiti professionali per le attività di disinfestazione, che comportano maggiori rischi.
In altri casi, la deregulation dei mestieri permette di cancellare le procedure d’infrazione avviate dalla Ue: per esempio, le normative regionali per guide turistiche e accompagnatori (20mila in Italia, quasi tutti laureati) hanno sempre vietato ai professionisti comunitari di esercitare in Italia, nonostante i disservizi creati dall’esiguità delle guide italiane.
L’obiettivo del Governo è che l’unico requisito richiesto sia la competenza professionale, basata sulla conoscenza del territorio.
Entro tre mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme, Regioni ed enti locali dovranno adeguarsi, ma la categoria non demorde: il decreto legge Bersani crea confusione ed è contrario alle disposizioni europee che per l’accesso alle professioni prevedono, dopo il titolo di studio, il tirocinio e l’esame di abilitazione.
La deregulation nelle autoscuole consente invece di accogliere le osservazioni avanzate dieci anni fa dall’Autorità della concorrenza: l’abrogazione dei limiti imposti alla crescita di nuovi imprenditori, legata alla densità della popolazione, intende eliminare il contrasto con i princìpi della libertà d’impresa. Rimangono fermi i requisiti tecnico-organizzativi previsti dalla normativa. La regolamentazione delle autoscuole ha creato posizioni di rendita a beneficio degli operatori già presenti sul mercato e la limitazione, con le norme provinciali, ha precluso nuovi ingressi.
Anche la liberalizzazione dei distributori di carburanti recepisce un sollecito dell’Antitrust: meno barriere normative, orari liberi e vendita negli ipermercati.
La norma taglia-ruoli contenuta nel Ddl Bersani, che contiene le semplificazioni meno urgenti, non è vista con molto entusiasmo dagli interessati. Anzitutto per l’assoluta mancanza di consultazione, come sottolinea Franco Arosio, presidente della Fiaip (agenti immobiliari), ma anche per gli equivoci che una norma assai mal coordinata con quelle preesistenti può causare.
Il disegno di legge, infatti, si limita a cancellare i ruoli, confermando i requisiti professionali e morali eventualmente richiesti nelle norme già in vigore. Ma dimentica che tutte queste sono state concepite non per esercitare la professione ma per accedere ai ruoli e, stando alla lettera delle leggi citate nel Ddl, senza ruolo, a rigore, neppure i requisiti servirebbero più. È chiaro che in sede di lavori parlamentari gli interventi andranno tarati molto bene, per evitare ricorsi da chi sarà escluso dall’iscrizione al Registro imprese per la mancanza di qualche requisito.
L’introduzione dell’autocertificazione, rincarano la dose gli agenti di commercio, soprattutto sui carichi pendenti, è un rischio per il consumatore. E non rimarranno a guardare: per 17 giornate, al sabato e al lunedì, saranno impegnati in riunioni in tutta Italia.



 

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