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Ingiustificati i rincari del pane

di Daniele Barzaghi

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18 Settembre 2007

«La farina costa 41 centesimi al chilo, il pane cinque volte tanto. Questo aumento non ha giustificazione». Ha parlato chiaro Romano Prodi durante il suo intervento di ieri sera su RaiUno, a Porta a Porta. Secondo il presidente del Consiglio «il rincaro delle materie prime esiste, ma qualcuno ne sta approfittando un po' troppo». Le linee guida del Governo per combattere i rincari saranno due: una maggiore concorrenza e controlli più numerosi.
«È per evitare queste speculazioni che abbiamo stretto accordi con la grande distribuzione: per regolare i prezzi futuri dei beni di prima necessità - ha sottolineato Prodi - e, per lo stesso motivo, è stata liberalizzata l'apertura di panifici». Ne sono nati un migliaio, secondo i dati di Palazzo Chigi, e il risparmio per gli italiani sarebbe intorno ai 2 miliardi di euro.
I controlli annunciati dal capo dell'Esecutivo saranno focalizzati sulla filiera, non certo sugli agricoltori. Prodi lo ha chiarito con un esempio: ha ricordato la propria infanzia, «quando, dal fornaio, per un quintale di farina si riceveva un quintale di pane. E il guadagno del panettiere era la farina risparmiata, utile per nuovo pane».
Ad aver cambiato comportamento dunque è il fornaio, oggi divenuto sinonimo di distribuzione e di onerose intermediazioni con il cliente finale.
Nel settore vitivinicolo, per esempio, il ministro per le politiche agricole Paolo De Castro ha incaricato l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari di «prevenire il verificarsi di turbative di mercato».
Non sono certo gli agricoltori, infatti, i responsabili dei prezzi più alti: «i redditi in Italia sono diminuiti negli ultimi cinque anni», secondo Giuseppe politi, presidente della Confederazione italiana degli agricoltori (Cia). I ricavi sono scesi del 12,6% negli ultimi cinque anni, mentre in Europa salivano del 6 per cento.
La competitività dei contadini italiani ha subito un taglio del 15-20% e i margini di guadagno si sono ridotti. Il valore aggiunto del settore agricolo, cioè la differenza tra il prezzo di sementi e attrezzature e quello del raccolto,è sceso dell' 1-1,5 per cento. Dal 2002, ha avuto un calo annuale compreso tra il 3,1% e il 4,8% (nel 2003, l'anno della siccità); un dato nascosto dall'aumento del 2004: +13,2%.
Gli agricoltori sono sempre più preoccupati. La Cia ha organizzato per oggi in Piazza Montecitorio a Roma una raccolta firme per arginare la burocrazia che colpisce oggi le aziende agroalimentari.
E durante questa settimana ci sarà un serie di incontri sui temi agricoli. L'Italmopa, rappresentante dei pastai d'Italia, ha annunciato che domani presenterà un documento per spiegare l'andamento dei listini internazionali del grano.
L'evento atteso però da tutti è quello di giovedì. Pier Luigi Bersani, ministro per lo Sviluppo economico, convocherà le filiere di pane, pasta e latte per trovare soluzioni ai rincari. Per render più funzionali i controlli, Bersani ha sottoscritto un accordo con la Guardia di Finanza e ha già chiesto un intervento alle Camere di Commercio.

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