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Non si fermano i prezzi del grano

di Sissi Bellomo

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24 agosto 2007

Le previsioni sui raccolti di grano continuano a peggiorare. Ma nonostante i prezzi record – sia del cereale, sia dei noli – la domanda degli importatori resta fortissima e alimenta ulteriori rialzi sui listini delle principali Borse merci.
In questa spirale perversa, le quotazioni ieri hanno di nuovo aggiornato i record, su entrambe le sponde dell'oceano Atlantico. All'Euronext di Parigi il future sul grano per consegna novembre ha chiuso a 236,5 euro per tonnellata, in rialzo del 2,1 per cento. Al Chicago Board of Trade, dove le contrattazioni elettroniche sono rimaste sospese per due ore a causa di un guasto tecnico, l aprima posizione contrattuale è salita a 722,50 centesimi per bushel.
A gettare benzina sul fuoco ha contribuito un bando di importazione del Governo indiano, per una quantità imprecisata di frumento (aspetto quest'ultimo piuttosto insolito). Dopo sei anni di autosufficienza, l'anno scorso l'India ha acquistato all'estero 5,5 milioni di tonnellate di frumento. Nel 2007 prevede di doverne importare da 3 a 5 milioni, nonostante i prezzi record. Il bando pubblicato ieri è il terzo nel 2007, ma il primo era stato ritirato poiché le offerte pervenute erano state giudicate troppo costose, mentre nel secondo caso Delhi aveva comprato solo 511mila tonnellate, metà della quantità che aveva inizialmente annunciato.
Un impatto ancora più forte sui mercati, tuttavia, l'hanno probabilmente avuto le nuove stime sui raccolti in arrivo dal Canada e dall'International Grains Council (Igc).
In base a un sondaggio tra i coltivatori, l'ufficio statistico canadese, Statscan, ha concluso che la produzione di grano sarà limitata a 20,322 milioni di tonnellate, il 19,6% in meno rispetto alla scorsa stagione e ben al di sotto delle stime che erano circolate finora, comprese quelle del dipartimento statunitense per l'Agricoltura (Usda), che indica 21,5 milioni di tonnellate. Negli ultimi vent'anni la produzione canadese di grano è scesa soltanto tre volte sotto i 21 milioni di tonn. e sempre a causa di gravi periodi di siccità, come quello che il Canada ha attraversato nei mesi scorsi.
Le cifre in arrivo da Ottawa hanno costretto l'Igc a rinviare di un'ora la diffusione del suo rapporto mensile sul mercato dei cereali. La nuova versione, velocemente rivista, è divenuta ancora più pessimista: le stime sulla produzione globale di frumento nel 2007-08 sono state tagliate di 7 milioni di tonn., a causa del Canada, ma anche dell'Unione europea (in particolare della Francia, che l'Igc vede ora produrre appena 35 milioni di tonn. di grano, 2,2 milioni in meno rispetto a un mese fa). Complessivamente, la produzione resta superiore a quella dell'anno scorso (607 contro 591 milioni di tonn). A fronte di consumi pari a 614 milioni di tonn., tuttavia, le scorte finali si ridurranno a 111 milioni di tonn, il livello più basso da 28 anni.
Gli enormi rincari subìti dal grano stanno convincendo gli allevatori a ridurne l'uso come mangime, osserva l'Igc. Le importazioni, tuttavia, «appaiono più robuste di quanto si immaginasse, nonostante i prezzi elevati e nonostante i noli record».

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