Questa Scuderia profuma di F1

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24 settembre 2007


Rispetto alla F430 che ne rappresenta la base di partenza, l'ultima nata di Maranello ha perso la "F" e un centinaio di chili.
In compenso, ha guadagnato 20 Cv e una dose di innovazioni che ne hanno completamente ridisegnato la fisionomia tecnica e dinamica. Risultato: la 430 Scuderia è una vettura entusiasmante, capace, anche grazie alla drastica "cura dimagrante", di eguagliare in pista –il responso delle telemetrie è inequivocabile – le performance della "cattivissima" Enzo, che pure schiera 4 cilindri e 141 Cv in più. Maè anche più vecchia di cinque anni, che sono davvero tanti nella scala dell'evoluzione (tecnologica), soprattutto quando si può attingere alla risorsa più preziosa: l'esperianza agonistica ai massimi livelli.

In effetti, poche altre vetture stradali di Maranello hanno beneficiato di trasferimenti altrettanto massicci dalla Formula 1. A partire da uno sviluppatore del calibro di Michael Schumacher, la cui esperienza e sensibilità sono state fondamentali nella messa a punto della Scuderia. Solo limitandosi alle ricadute più evidenti, basti pensare al cambio F1 Superfast2 che ha raggiunto il quasi incredibile tempo di cambiata di 60msec ( contro i 150 della F430 e i 100 della 500 Gtb Fiorano), ai freni carboceramici che a 100 all'ora garantiscono uno spazio d'arresto di 34 metri, al famoso " manettino" a cinque posizioni, ancor più sofisticato e intelligente: agendo tra l'altro sul nuovo differenziale elettronico E Diff2 e sul controllo di trazione F1 Trac (altre eredità delle gare), modifica istantaneamente assetti e comportamenti della macchina, adattandoli alle esigenze e allo stile di guida del pilota.

Emozioni a volontà, quindi. Ma sempre accompagnate – anche quando ci si avvicina al limite – da una confortante sensazione di sicurezza regalata da una vettura che resta sempre incollata al terreno, pronta a intervenire senza farlo capire per correggenere eventuali errori. E su strada, nel traffico (forse è questa la vera sorpresa) la Scuderia sa essere docile e mansueta, persino comoda, anche se non è certo il comfort il suo cavallo di battaglia. Ma è sempre pronta a sfode-rare gli artigli, a scatenare il rombo del motore – musica d'autore per le orecchie degli appassionati – non appena si presenta la necessità di un sorpasso-lampo o si profila un rettilineo libero.

Nonostante il prezzo, la nuova Ferrari ha già incassato più di mille ordini prima ancora di entrare in produzione.
Con il risultato che la lista d'attesa (le consegne iniziano a novembre) è già arrivata a 18 mesi, poiché i volumi previsti sono analoghi a quelli della Challenge Stradale, che ha totalizzato 1.500 consegne in due anni.

Amedeo Felisa, direttore generale della Gestione Gt, si attende che il nuovo modello («Sulla Scuderia abbiamo applicato tutto quello che abbiamo imparato dalla Enzo in avanti») possa arrivare a rappresentare il 10-15% dell'intera gamma a 8 cilindri, ribadendo che quest'anno – come annunciato a Francoforte dal presidente Montezemolo –il traguardo è superare, per la prima volta nella storia dell'azienda, il muro delle 6mila unità vendute. Intanto,c'è da affrontare la sfida ambientale. I limiti alle emissioni di CO 2 ipotizzati dalla Commissione europea e che tanto hanno inquietato i "colleghirivali" della Porsche incombono anche a Maranello. Felisa conferma che sono allo studio possibili impieghi di carburanti alternativi come il bioetanolo E85, ma chiude la porta a ogni ipotesi "elettrica": «Non ci sarà mai una Ferrari ibrida».

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