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Le istruzioni sull'obbligo scolastico

di Luigi Illiano

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5 settembre 2007


Tutti in classe fino ai 16 anni per un percorso di studi che deve durare almeno 10 anni. E' la strada tracciata dal nuovo Regolamento sull'obbligo scolastico (Decreto n.139 del 22 agosto 2007), pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 202 di venerdì 31 agosto 2007, Serie generale). Il testo, che sarà presentato domani in conferenza stampa dal ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, interviene in applicazione di quanto previsto dalla Finanziaria 2007. I contenuti del provvedimento sono stati anticipati da Fioroni, attraverso una lettera inviata, lo scorso 30 luglio, ai presidi delle scuole secondarie di secondo grado.

I cambiamenti

Le famiglie non devono temere cambiamenti radicali: si tratta di interventi a maglie larghe, non perentori, che concedono tutto il tempo necessario per l'analisi e l'assestamento da parte degli insegnanti. E, soprattutto, sono interventi a carattere sperimentale: la fase transitoria durerà fino al 2009. Proprio per preparare al cambio di passo in maniera graduale. La vera differenza tra l'obbligo voluto da Fioroni e il modello Moratti sta nel fatto che per Fioroni il percorso si deve completare tutto all'interno delle scuole, fino ai 16 anni. Mentre la Moratti prevedeva la possibilità di scegliere tra istruzione e formazione professionale già a partire dai 14 anni. Ma, anche in questo caso, si tratta di un cambiamento attenuato dalla possibilità (anch'essa transitoria), concessa ai ragazzi, di potersi comunque iscrivere ai corsi triennali regionali di istruzione e formazione professionale promossi dalle Regioni e già contemplati dalla riforma Moratti.

Attuazione

Il nuovo obbligo d'istruzione è entrato in vigore dall'1 settembre 2007. Deve essere adottato nel biennio iniziale di tutte le scuole superiori. Si realizza, dalla fine del primo ciclo (ex scuola media), nel biennio iniziale della scuola superiore e, in via transitoria, nei corsi triennali di istruzione e formazione professionale. Coinvolge i ragazzi che hanno conseguito la licenza media lo scorso mese di giugno. L'adempimento dell'obbligo è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale entro il 18° anno di età. La riforma, che ha validità transitoria in attesa che si avvii il nuovo secondo ciclo dal 2009, non prevede né un biennio unico né un biennio unitario. L'ordinamento della scuola superiore rimane, per ora, immutato. Ciascun indirizzo di studio conserverà i propri curricoli ma bisognerà garantire a tutti, all'interno del piano di studi vigente, dei saperi e delle competenze che assicurino l'equivalenza formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dell'identità dell'offerta formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio. Non è prevista, quindi, una riforma degli ordinamenti ma il recepimento dei saperi individuati in un documento allegato al Regolamento. In altri termini, i vari indirizzi di studio resteranno immutati e si continueranno a insegnare le vecchie discipline; le scuole avranno il compito di implementare, ciascuna nel proprio contesto ordinamentale, i saperi e le competenze indicate dal Regolamento.

Natura del nuovo obbligo

Come ha sottolineato il ministro nella sua lettera, l'obbligo di istruzione "si colloca nel quadro delle norme vigenti sul diritto/dovere all'istruzione e alla formazione, in base alle quali nessun giovane può interrompere il proprio percorso formativo senza aver conseguito un titolo di studio o almeno una qualifica professionale entro il 18° anno di età. L'obbligo di istruzione costituisce, quindi, un passaggio obbligatorio che non ha carattere di terminalità e non è caratterizzato da un proprio ordinamento". Significa che resta in vigore il quadro ordinamentale delineato dalla riforma Moratti, all'interno del quale viene inserito il nuovo obbligo. Quello dai 14 ai 16 anni si assolve nel biennio delle scuole superiori e non si conclude con il rilascio di un titolo terminale. Il biennio non viene riformato nei propri ordinamenti ma si affida alle scuole il compito di ricavare lo spazio per far acquisire agli studenti le "competenze chiave di cittadinanza".
Il tutto ha carattere sperimentale e transitorio, fino all'avvio della riforma della scuola superiore previsto per l'1 settembre 2009.

Saperi e competenze comuni

Il documento allegato al regolamento elenca i saperi e le competenze che tutti gli alunni del primo biennio di scuola superiore debbono acquisire. Saperi che vanno recepiti avvalendosi degli strumenti offerti dall'autonomia scolastica. Per gli iscritti ai percorsi triennali le modalità di attuazione dei saperi e delle competenze sono stabilite in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni.
L'acquisizione delle "competenze chiave di cittadinanza" costituisce il fine e la parte centrale della riforma dell'obbligo di istruzione. Si tratta di un insieme di saperi riferiti a quattro assi culturali: dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale. Le scuole debbono implementare tali saperi nei loro curricoli e assicurarne la padronanza a tutti.
La gran parte dei saperi elencati nel documento tecnico viene già studiata nei programmi delle discipline del biennio. A seconda degli indirizzi può mancare solo qualcosa. Le riforma obbliga tutte le scuole a implementare i saperi mancanti nei propri curricoli.

Il decreto 22 agosto 2007 n. 139
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