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Sarkozy: scuola da cambiare

di Leonardo Martinelli

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5 settembre 2007


Da ieri sono ritornati a scuola gli oltre dodici milioni di studenti francesi, dal primo anno delle elementari all'ultimo delle superiori, insieme ai loro 878.947 insegnanti e professori: la prima rentrée scolastica dell'era Sarkozy. Non una come le altre: il Governo ha già deciso di tagliare, nel 2008, 11.200 posti nella pubblica istruzione, soprattutto tra i docenti. Una notizia arrivata in mezzo a polemiche sempre più accese e appare in contraddizione con l'obiettivo del presidente francese di migliorare la qualità dell'insegnamento.
Sotto il profilo mediatico, NicolasSarkozy non si è risparmiato nemmeno questa volta ed è andato a inaugurare l'anno accademico a Blois, inviando a tutte le scuole del Paese una missiva di 32 pagine, redatta dalla sua penna preferita, il consigliere speciale Henri Guaino, e intitolata "Lettera agli educatori". Vi auspica «una vera rifondazione» del sistema, mettendo al bando tutte le possibili nostalgie per «un'età dell'oro dell'educazione, della cultura, del sapere, che non è mai esistita». Riforma della scuola secondaria unica, ripensamento degli orari e dei programmi, più interdisciplinarietà, «un ritorno alla cultura generale »e«un'educazione al rispetto » sono alcuni degli elementi di un discorso che mai un capo dello Stato aveva indirizzato al corpo insegnante e che si ispira alla circolare del 1883 di Jules Ferry, allora ministro dell'Educazione. L'enfasi non è comunque bastata a convincere i sindacati di una categoria in buona parte vicina alla sinistra. Anche la più grande associazione dei genitori degli studenti, Fcpe, è perplessa: condivide lo spirito della lettera, ma teme alcune proposte, come l'introduzione di esami per accedere al primo anno di collège (il primo livello dell'istruzione secondaria) e al primo anno di liceo, la soppressione della carte scolaire,
vale a dire l'obbligo di iscrivere i figli nel quartiere di residenza, e la riforma della scuola secondaria unica.
Il fatto che la metà dei tagli nella funzione pubblica l'anno prossimo sia previsto in un settore sensibile come quello educativo contribuisce a tenere alto il tono della polemica. Tanto più che nei giorni scorsi l'Alto consiglio dell'educazione ha puntato il dito sulla scuola elementare: al momento di passare alle medie, il 25% degli allievi è già «in difficoltà, anche gravi, di apprendimento ». Questa fascia scolastica è fortemente arretrata dal punto di vista pedagogico,dell'insegnamento delle lingue straniere e dell'inserimento degli handicappati, rispetto agli altri Paesi europei, Italia compresa.
Sarkozy e il suo ministro della Pubblica istruzione, Xavier Darcos, non pensano solo a tagliare. Hanno voluto creare una commissione di esperti per riflettere sul mestiere dell'insegnante, che vedrà al lavoro Michel Rocard, già primo ministro socialista. La scelta, che ha fatto storcere il naso a non pochi esponenti della sinistra, è stata invece accolta con favore dai sindacati: proprio sotto il Governo Rocard, nel 1989, vennero concessi gli ultimi forti aumenti salariali al corpo insegnante.

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