L'hi-tech sarà sostenibile

di Mario Cianflone

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15 ottobre 2007


Informatica Verde: il tema del momento. Tra hype mediatiche che ricordano l'isteria da millenium bug, esasperazioni di marketing ed esigenze concrete. Molto concrete. Già perché la Green It non è un gioco, non è solo una leva commerciale e la stessa information technology diventa lo strumento delle imprese per non sprecare energia.
«Essere green - dice Ezio Viola Vice Presidente e General Manager di Idc Southern Europe - è una responsabilità necessaria: l'industria Ict non può più sottrarsi ad essere parte del gioco anche se non è il settore più inquinante né quello che consuma più risorse ma può contribuire in positivo ai problemi derivanti dall'impatto del cambiamento climatico. Il 2% della CO2 emessa nel mondo arriva all'industria informatica ed è paragonabile a quella del settore del trasporto aereo. Nel 2005 circa 26 miliardi di dollari sono stati spesi in energia elettrica per far funzionare e raffreddare la base installata di server: più del doppio di quello necessario 10 anni fa. Per ogni dollaro speso in hardware circa la metà è speso in energia consumata per il suo funzionamento e questa spesa sta crescendo al ritmo medio del 15% all'anno nel mondo e la quantità necessaria per raffreddare i server quadruplicherà nei prossimi 5 anni».
L'informatica ecosostenibile è dunque un'esigenza concreta anche se bisogna stare attenti a non farsi travolgere dalla possibile strumentalizzazione dei fornitori enfatizzata come elemento di marketing della loro offerta. «Essere green per l'industria Ict - spiega Viola - può essere profittevole: nuovi valori e bisogni emergenti sia dai clienti che da tutti gli stakeholders spingono a premiare le aziende che praticano politiche e processi eco-compatibili. In base a una nostra ricerca emerge che più del 50% di aziende considera il livello di "greeness" del fornitore di informatica nel processo di selezione di un vendor It, ma il driver numero uno dell'adozione della green It è economico: ridurre i costi operativi delle infrastrutture Ict».
Per i produttori, invece, oltre alle motivazioni normative e a quelle commerciali, ci sono spinte interne dei produttori, tese a migliorare le proprie performance ambientali.
«Quasi tutti i vendor - dice il top manager di Idc - hanno lanciato programmi interni. Per esempio Ibm ha deciso di spendere un miliardo di dollari per aumentare la propria efficienza energetica, Yahoo! vuole diventare carbon neutral entro quest'anno. Hp ha annunciato di ridurre l'utilizzo di energia e le emissioni del 20% in meno del livelli del 2005 entro il 2010».
Ma sul "green" si stanno muovendo non solo i principali fornitori di hardware (Dell, Fujitsu Siemens, Sun, Amd, Intel o Cisco, giusto per fare alcuni esempi), ma anche produttori di software e servizi.
Sì, perché è la stessa informatica che può far diventare verde qualsiasi azienda grazie a strumenti per monitorare l'uso di energia e ottimizzarne i consumi. «L'industria Ict - dichiara Viola - è sempre stata la frontiera della innovazione e della creatività e può contribuire a far sì che si trovino soluzioni, affinché molti settori possano diventare più green e contribuire a risolvere l'impatto ambientale».
Le aziende di ogni settore si trovano così a dover inglobare nelle loro strategie di business e in quelle di natura tecnico-informatica gli aspetti di efficienza energetica e impatto ambientale. È un passo obbligato, dal quale discendono per le imprese grandi risparmi economici, una ritrovata spinta economica e la scoperta di un nuovo modo per essere più competitive in un mondo dove anche i mercati finanziari iniziano ad essere attenti alle performance ambientali delle aziende. L'adozione di opportune politiche di corporate social responsability è un forte elemento di valutazione da parte degli analisti.
«Serve però un approccio olistico che non sia fondato soltanto sul mero taglio dei costi in alcune aree - afferma il vicepresidente di Idc -. È preferibile parlare di produttività energetica che di semplice efficienza. Inoltre devono trattare i fornitori con cautela: l'effetto hype esiste su questo tema e un modo per misurare la serietà delle proposte è valutare quanto il fornitore stesso stia utilizzando al suo interno tecnologie per essere più green».
È ancora presto per comprendere quale sarà alla fine l'impatto globale delle iniziative in corso nell'industria informatica e in quella delle telecomunicazioni, anche perché «i problemi ambientali - conclude Viola - sono ben più ampi di quelli che il settore dell'Ict deve affrontare e necessita di uno sforzo comune di governi, della business community e dei cittadini».

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