Così si conciliano performance di calcolo e risparmio di energia

di Luca Salvioli

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15 ottobre 2007

Risparmio energetico, riduzione dei costi, maggiori performance. L'industria dei processori si muove su queste coordinate, provando a conciliare temi "nuovi", come il risparmio energetico, con la crescita esponenziale della potenza di calcolo.
«Le aziende hanno bisogno di ridurre i costi di gestione per dedicarsi all'innovazione, per questo vogliono maggiori performance – ha spiegato Dyane M. Bryant, vicepresidente del gruppo Digital Enterprise e responsabile mondiale del gruppo Server Platforms di Intel, durante il lancio dei nuovi processori quad-core in campo server –. Non solo, devono ridurre i consumi perché i vincoli per il rispetto dell'ambiente si fanno sempre più stringenti. Inoltre l'It è sempre più connesso ai risultati di business».
La nuova serie di processori quad-core per i sistemi server, chiamata Xeon 7300, prova a rispondere a questa esigenza: prestazioni più che raddoppiate e un rapporto tra queste e i watt impiegati fino a tre volte superiore rispetto alla precedente dual-core. I nuovi arrivati sono costituiti da due cpu dual-core integrate sullo stesso package e collegate tra loro attraverso front side bus. Un'architettura diversa da quella di "Barcelona", prima famiglia di processori con quattro "cervelli" di Amd integrati sullo stesso pezzo di silicio e presentata poche settimane fa.
In entrambi i casi i processori sono realizzati con tecnologia di processo a 65 nanometri. Con la prossima tecnologia a 45 nanometri, ha spiego Bryant, in campo server «arriveranno i primi processori quad-core integrati sullo stesso pezzo di silicio di Intel». La ricerca è insomma in fermento, in accordo con la legge di Moore, secondo cui la capacità di elaborazione dei chip raddoppia ogni 18 mesi a parità di costo: «I nostri annunci, anche per il prossimo futuro, sono ancora esattamente in linea con la tempistica delineata più di quarant'anni fa da Moore – continua il manager di Intel –. Certamente va detto che il processo di ricerca e sviluppo si fa sempre più costoso e complicato, e per alcune aziende questo può essere un ostacolo».
Poi c'è il risparmio energetico, che però riesce a conciliarsi con obiettivi che potrebbero sembrare antitetici. La virtualizzazione, trend crescente dell'industria, contribuisce a questa sintesi. Con i nuovi chip, conclude Bryant, «siamo riusciti a raddoppiare la velocità di elaborazione pur riducendo i consumi energetici del 45%».

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