Hp Italiana: «Il futuro dell'It passa dall'ecologia e dalla Pa»

di Mario Cianflone

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15 ottobre 2007

Da poco sulla poltrona di comando di Hp Italiana, Luigi Freguia, 49 anni, un passato in Microsoft, una lunga militanza in Ibm e una laurea in ingegneria elettronica, illustra in anteprima al Sole-24 Ore la sua visione sull'Information technology targata Italia e spiega le strategie di crescita che passano per due parole chiave: ecologia e innovazione.

Dalla sua prospettiva qual è la visione dell'It nel nostro Paese?
Uno dei grandi problemi dell'Information technology italiana è la pubblica amministrazione. In Italia si spende troppo poco rispetto agli altri Paesi e l'Information technology viene percepita ancora come un costo e non come un investimento, come un fattore abilitante. Eppure la Pa potrebbe avere un ruolo fondamentale di traino per modernizzare l'intero Paese.

Quale può essere un modo per far sviluppare il mercato e il sistema Paese?
Richiedere alle grandi organizzazioni di attuare una politica di corporate social responsability finalizzata ad accelerare i processi di innovazione. Le Poste e le grandi banche, per esempio, potrebbero trasformarsi in motori del cambiamento: diventare la vera e propria spina dorsale dei servizi pubblici. È il momento di chiedere anche alle grandi aziende di accelerare l'innovazione che lo Stato non riesce a portare avanti. Ad esempio, le Poste potrebbero dare un forte impulso e stimolare lo sviluppo di infrastrutture moderne.

E le banche?
Gli istituti che già adesso sono in prima linea sui servizi più innovativi potrebbero diventare interlocutori delle Pmi, l'elemento di congiunzione che permette alle piccole e medie imprese di interagire, a livello di servizi, con la pubblica amministrazione, in Italia e all'estero.

Ma le Pmi investono poco in information technology
È drammaticamente vero. Le piccole e medie imprese hanno una resistenza a investire, ma non solo: difettano anche di competenze e gli uffici dedicati all'It, se ci sono, dispongono di poche risorse umane.

E quale può essere un rimedio?
Bisogna partire dalle basi. Il ruolo della scuola è cruciale, così come lo è la diffusione di tecnologia abilitante come la banda larga.

A questo punto qual è il ruolo di Hp nel mercato delle Pmi?
Il successo di Hp passa proprio dalla nostra capacità di impattare sulle Pmi. Siamo vicini alle aziende di piccole e medie dimensioni con un'offerta di prodotti e servizi "tagliata" su di loro. Ma soprattutto con una rete di partner specializzati e focalizzata sulle esigenze di queste realtà produttive. E in tal senso la formazione dei partner è fondamentale.

Qual è il vostro approccio su questo mercato?
Noi crediamo che le Pmi non vogliono soluzioni troppo standardizzate, ma richiedono sistemi e infrastrutture ad hoc, progettate sulla base delle loro esigenze. Noi realizziamo hardware e con i nostri partner riusciamo a mettere in piedi soluzioni preconfigurate per dimensioni delle imprese, a tipologia industriale, mercato di riferimento ed esigenze applicative: Sap, Oracle, sistemi Crm. Ovviamente le applicazioni restano di pertinenza dei nostri partner.
Il nostro obiettivo è dare alle Pmi un rapido ritorno degli investimenti ma non solo: noi vogliamo aiutare il Paese a rinnovare ed è per questo che puntiamo alle Pmi, che sono il cuore dell'economia italiana.


Hp però sta puntando con decisione sul settore consumer come fattore di crescita. Il successo nel settore dei personal passa in modo rilevante dal mercato privato.
Il consumer è importantissimo, anche per il ruolo che la tecnologia ha nella società stessa. E noi abbiamo un'offerta a 360 gradi che spazia dai personal computer alle stampanti, dagli smartphone ai notebook per tutti i giorni o quelli progettati senza compromessi per l'intrattenimento domestico. Per noi il computer è tornato ad essere davvero personal.

Però questo è un settore difficile: pochi margini e rischio di commodizzazione...
Noi evitiamo la commodizzazione creando prodotti ben differenziati e cerchiamo di dare più valore con l'innovazione. In tutti i settori: sia quello business sia quello consumer.

E il risparmio energetico? Che ruolo ha nella vostra innovazione, nel valore che intende erogare.
Ha un ruolo fondamentale: la riduzione degli sprechi energetici e la limitazione delle emissioni di CO sono un punto focale della nostra politica sociale, ma non solo. Sono il cardine di una strategia tecnologica.
Abbiamo riprogettato personal computer client, server e stampanti per assorbire meno energia e non sprecarla. Abbiamo concepito soluzioni tecniche d'avanguardia come il Dynamic smart cooling per raffreddare i componenti hardware in modo efficiente.

Il risparmio energetico è solo un argomento di vendita?
No, non è una moda o una leva di marketing. È un passaggio tecnologico fondamentale. E noi ci siamo posti obiettivi importanti per ridurre l'impatto ambientale delle nostre fabbriche e dei nostri prodotti e aumentare la quantità di materiali riciclati. Non è una moda, ma un valore dato anche all'utenza. E nella nostra politica per la green It coinvolgiamo strettamente i nostri partner.

Sul fronte della competizione nel settore pc su cosa basate la vostra competizione
La nostra ricetta è semplice: innovazione, design e alte prestazioni. Nell'innovazione rientra il discorso ambientale: è fondamentale dare ai prodotti un bel vestito. E credo che ci siamo riusciti, creando anche notebook cool per aspetto e finiture. Il tutto abbinato a performance di alto livello. Inoltre per competere noi abbiamo messo a punto una politica di vendita mista diretta e indiretta, via partner, che ci sta dando grandi soddisfazioni. Ma la nostra strategia si basa anche sul valore dato ai consumatori.

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