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Sono Mini e Smart le avversarie più agguerrite

di Giampiero Bottino

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5 luglio 2007

La spettacolare notte bianca torinese ha segnato ufficialmente la nascita della nuova 500. Ora per l'osannata piccola del Lingotto si apre la dura, quotidiana esperienza della strada. Il segmento A, quello delle piccole auto a spiccata vocazione urbana, è particolarmente affollato. Tanti modelli di successo si dividono i favori del pubblico, che da parte sua manifesta un crescente favore nei confronti di vetture economiche. Non è un caso che gli ultimi dati del mercato italiano, quelli relativi al primo semestre di quest'anno, diano il segmento A in netta crescita. In questo panorama, la 500 ha molti assi da giocare: uno stile tipicamente italiano, raffinato ed elegante, moderno ma che al tempo stesso non rinnega il look della 500 del 1957; prestazioni brillanti dovute a motori di ultima generazione, tutti in regola con le norme anti inquinamento Euro 5 che entreranno in vigore nel 2009; quattro posti veri, persino piuttosto comodi; la capacità di ispirare simpatia a prima vista.
Le premesse sono più che buone, ma il compito resta comunque arduo. L'ambizione - non esplicitamente ammessa - della Fiat è quella di ripetere la più che positiva esperienza messa in carniere dalla Bmw con il successo clamoroso dell'"operazione Mini".
I due modelli, certamente diversi per prezzi e articolazione della gamma, hanno però in comune l'appeal di un grande passato, il glamour di una stile perfettamente centrato, la capacità di fare tendenza. Proprio come la piccola di Oxford, la 500 pensa al futuro già dalla nascita: a una gamma che nei prossimi anni si arricchirà di versioni sportive (prima fra tutte la Abarth) e di alternative sfiziose come una station wagon (erede della quasi altrettanto mitica 500 Giardiniera) e una piccola cabrio. Il tutto, possibilmente, senza dare troppo fastidio alla "cugina" - la base tecnica è la stessa per entrambe - Panda, la regina del segmento A che sul mercato italiano ha saputo sfiorare nel primo semestre le 104mila immatricolazioni (quasi il 45% dell'intero segmento), a distanza abissale dalla seconda classificata, una Fiat Seicento sempre pimpante ma ormai avviata a un fisiologico declino.
Nel mirino della nuova arrivata ci sono quindi essenzialmente le concorrenti estere, a cominciare dal trio franco-nipponico che, nel suo complesso, ha superato nel semestre le 45mila consegne (17mila la Citroën C1, 14mila ciascuna la Peugeot 107 e la Toyota Aygo). Rispetto alla 500, possono giocare la carta di un listino mediamente inferiore e della disponibilità anche della versione cinque porte. Sul piano dell'immagine e della capacità di fare tendenza (almeno in Italia, perché all'estero le cose sono molto diverse) l'unica in grado di competere appare la smart (13.352 consegne nei sei mesi), appena entrata nella seconda generazione che ha cancellato parecchi difetti della precedente. Se dall'immagine si passa alla praticità pura, allora la concorrenza parla essenzialmente il coreano della Chevrolet ex Daewoo e della Kia. Le cui Matiz e Picanto (vendute nel primo semestre in 13.923 e 9.777 esemplari rispettivamente) piacciono per il carattere sbarazzino, l'abitabilità e i listini contenuti. Non certo per il glamour.

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