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4 luglio 2007

Studi di settore, accordo con l'incognita del voto

di Antonio Criscione



Arriva l'accordo sugli studi di settore. E una norma a sorpresa che concede uno sconto — per quanto limitato — sulla deduzione delle auto, che diventa retroattiva sul 2006. E forse anche una limatura sull'elenco clienti e fornitori. Una piccola, ma significativa revisione delle manovre 2006 del Fisco dunque. Ma il veicolo sul quale erano stati caricati tutti questi interventi (il Ddl As 1485) si è incagliato ieri al Senato, dove un emendamento dell'opposizione, che riporta gli ammortamenti dei terreni a prima della legge Bersani-Visco, è stato approvato contro il parere del Governo, determinando di fatto uno stallo nei lavori del disegno di legge.
Uno stallo che preoccupa non poco il presidente della commissione Finanze, Giorgio Benvenuto, che spiega: «Ci sono problemi seri, perché questo provvedimento contiene molti interventi a favore delle imprese e dei contribuenti, che vanno varati in tempi brevi, anche perché non si può intervenire più con un decreto legge». E il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi, afferma: «Martedì prossimo il disegno di legge tornerà in aula la Senato e in tarda serata (di ieri,
ndr) la commissione Bilancio dovrebbe aver dato i pareri sugli emendamenti che ne erano privi, visto che c'era stato un rinvio del presidente di turno Roberto Calderoli. Di certo è che la situazione è difficile, perché l'emendamento approvato ieri non è di poco conto».
L'accordo
È così tornata nell'incertezza, almeno per quanto riguarda il veicolo normativo, l'apertura fatta sugli studi in una giornata, quella di ieri, che ha invece visto finalmente il sospirato accordo tra Governo e categorie economiche. Il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, ha infatti anche accolto un'ulteriore limatura della manovra sugli studi. In pratica (si veda anche il testo del comunicato riportato in questa pagina) viene riconosciuta la possibilità di adeguamento al minimo finché saranno applicati gli indicatori di normalità economica già varati retroattivamente per il 2006 (quindi verosimilmente anche per i periodi di imposta 2007 e 2008) e fino a che gli indicatori ad hoc saranno inseriti nei singoli studi, dopo essere stati validati dalla commissione degli esperti in cui sono rappresentati anche le categorie economiche e i professionisti.
Un successivo passaggio del comunicato dell'Economia spiega che «La necessità di motivare eventuali accertamenti per la parte di ricavi scaturente dall'applicazione degli indicatori di normalità economica rimane, come onere, a carico dell'agenzia delle Entrate fino alla sostituzione » di quelli in vigore.
E infine viene "consacrata" l'eliminazione in futuro dell'indicatore "valore addetto della produzione", almeno ai fini della compilazione delle dichiarazioni. Perché l'indicatore sarà ancora usato «dall'agenzia delle Entrate quale variabile di controllo in sede di selezione degli accertamenti».
Il sigillo legislativo dell'accordo doveva iere essere posto da un emendamento della senatrice Helga Thaler Ausserhofer (gruppo Autonomie) al Ddl 1485, che prevede sia il carattere di presunzione semplice dei risultati degli indicatori, sia l'obbligo di motivare e dimostrare gli scostamenti riscontrati in capo all'amministrazione. La norma, almeno nel testo ancora ieri disponibile, indicava la copertura nell'aumento della ritenuta sul lotto. Questa copertura però è stata ormai già sfruttata dall'emendamento sull'ammortamento dei terreni ieri approvato con i voti dell'opposizione, facendo proprio un emendamento " abbandonato" dalla senatrice delle autonomie. Ritenuta peraltro già di difficile riscossione da parte del Fisco.
Non è invece ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la proroga dei versamenti già annunciata per il 9 luglio.
I commenti
L'intervento di Visco sugli studi è stato definito in un comunicato di Confcommercio come un «ravvedimento operoso, ottenuto grazie al dialogo con le categorie ». Anche se resta un'ombra sulla mancata concertazione e sulla retroattività degli indicatori. E una nota del presidente di Confesercenti, Marco Venturi, spiega: «L'accettazione di tutte le nostre proposte ci consente di archiviare un ampio conflitto e quei punti da noi contestati che creavano enormi difficoltà alle imprese».
Di «un onorevole compromesso » ha parlato anche una delle voci critiche di questo periodo, il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. Per Casartigiani invece è positivo il risultato dell'accordo, ma occorre il riconoscimento legislativo del suo contenuto. E anche il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, ha affermato: «Il nostro giudizio rimane sospeso per la necessità che le modifiche trovino concreta attuazione in idonei provvedimenti ». Ma ha salutato positivamente che si vada verso «il depotenziamento degli indicatori di normalità».



 
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