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12 luglio 2007

Un decreto legge «piglia-tutto»

di Marco Bellinazzo

Sarà la Camera a tenere a battesimo la manovra d'estate 2007. Il Governo farà confluire nel disegno di legge di conversione del Dl 81/07 sull'extra-gettito - all'esame della commissione Bilancio di Montecitorio - gli interventi sull'Iva delle auto, sull'estensione a banche e assicurazioni dei tagli al cuneo fiscale e sugli studi di settore contenuti nel Ddl 1485 incardinato al Senato. Non solo. Tra gli emendamenti depositati ieri a Montecitorio dal vice ministro dell'Economia, Roberto Pinza, ce ne sono altri destinati a recepire l'accordo sull'aumento delle pensioni basse (si veda l'articolo a pagina 5), la revisione delle regole sugli elenchi clienti-fornitori e sull'ammortamento dei terreni.
Un ricco carnet che, a conti fatti, diventa lo strumento per correggere alcune fra le misure fiscali più significative adottate fin qui dal Governo Prodi (dal decreto Visco-Bersani del 2006 e alla Finanziaria 2007). Alcune misure hanno "garantito" i conti pubblici, ma hanno anche mostrato più di un'"imperfezione", suscitando le proteste delle categorie di volta in volta colpite.
Con la manovra d'estate l'Esecutivo ha deciso di cambiare marcia puntando tra l'altro sulla redistribuzione delle risorse recuperate a favore delle fasce più deboli.
Sullo stralcio delle disposizioni che l'Aula del Senato si apprestava a vagliare - contenute nel Ddl 1485 ora avviato su un binario morto, così come il Dl 67/07 sul cuneo fiscale "parcheggiato" in commissione Finanze alla Camera - sono state così superate le perplessità della Presidenza di Montecitorio a causa dell'estraneità delle nuove norme al nucleo originario del Dl 81. L'opposizione, però, non l'ha presa bene e ha preannunciato un duro ostruzionismo, con la presentazione di duemila subemendamenti.
Gli emendamenti depositati dal Governo, tutti giudicati ammissibili, dovrebbero assorbire le proposte di modifica presentate dalla maggioranza (circa 80 su un totale di 373). L'esame in Commissione dovrebbe esaurirsi tra domani e venerdì per consentire l'approdo in Aula del testo già lunedì prossimo.
Dopo il via libera di Montecitorio il decreto dovrà passare al Senato. A Palazzo Madama, peraltro, il provvedimento potrebbe essere esaminato congiuntamente dalle commissioni Bilancio e Finanze, visto che l'articolato si compone sia di voci di spesa che di entrata. Ecco perché, secondo vari esponenti dell'opposizione, sarebbe opportuno ricevesse lo stesso trattamento anche alla Camera. Per accelerare l'iter e varare il provvedimento entro l'inizio di agosto (quando il Parlamento chiuderà i battenti per la pausa estiva) è probabile, perciò, che si ricorra al voto di fiducia.
Tra le modifiche che il Governo ha fatto proprie spicca il recepimento dell'accordo raggiunto con le categorie sugli studi di settore. L'emendamento chiarisce, tra le altre cose, che gli indicatori di normalità economica hanno natura sperimentale, costituiscono presunzioni semplici e che l'onere della prova è a carico dell'Amministrazione. Ma la querelle sugli studi sembra avere qualche strascico. Oggi, la Confcommercio consegnerà al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e al viceministro Vincenzo Visco, le oltre 100mila firme raccolte dalle Ascom del Nord-est, per chiedere la cancellazione della retroattività degli strumenti.
Resta sul tappeto il problema dei limiti all'utilizzo degli avanzi di amministrazione di Comuni (4,5 miliardi) e Province (1 miliardo), sui quali ieri ha espresso parere negativo la Commissione bicamerale per le questioni regionali, presieduta da Leoluca Orlando. Il Governo sta comunque lavorando in commissione per modificare la norma del Dl 81 e venire incontro alle richieste degli enti locali (l'Anci ha già chiesto di poterne disporre integralmente).



 
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