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3 luglio 2007

Intermediari, l'F24 online accetta anche il contante

di Giorgio Rengheteanu

Per gli studi è un'agevolazione ma rispetto alle disposizioni sulla limitazione dell'uso del contante potrebbe rivelarsi un autogol. Il debutto, oggi, dell'F24 online con addebito unico nel conto corrente dell'intermediario non conquista l'alto gradimento dei professionisti. Anzi, secondo alcuni, rischia di essere uno strumento «pericoloso», perché con i pagamenti anche in contanti potrebbero ripetersi casi come quelli che nel 1995 portarono al varo della legge «Venier », dopo le disavventure della conduttrice televisiva con il suo commercialista.
Una cosa è certa: la nuova mossa delle Entrate risolve un problema sorto con il passaggio all'F24 online obbligatorio per tutti i pagamenti dei contribuenti Iva. Da oggi, infatti, per pagare le tasse non sarà più necessario avere un conto corrente. «La nuova modalità — spiegano alle Entrate — integra gli strumenti già esistenti, in particolare F24 online e F24 cumulativo, oltre ai servizi telematici offerti da banche e Poste italiane. È rivolta ai contribuenti, titolari e non titolari di partita Iva, che non dispongono degli strumenti informatici necessari per la trasmissione diretta».
Il nuovo F24 dovrebbe essere dunque un'evoluzione del sistema che consente al Fisco di riscuotere le tasse senza entrare nel rapporto privatistico, fondato sulla fiducia, instaurato tra professionista e contribuente. Il quale, con l'addebito unico, in contanti o con altri titoli, alimenta il conto dello studio per i pagamenti. Con questa svolta, poi, non è più necessaria la corrispondenza tra conto corrente e contribuente.
Una semplificazione, dunque. «Certamente — dichiara Mario Damiani (dottori commercialisti) — il nuovo F24 è utile ai piccoli studi con molti micro-contribuenti. È un canale di pagamento che prende le mosse dall'anti-riciclaggio. Legge che impone al professionista l'identificazione del cliente, la registrazione dei dati e la segnalazione delle operazioni sospette».
Naturalmente, spiegano i tecnici, la trasparenza non viene meno: «Ogni pagamento è scortato da ricevuta, codice fiscale del contribuente, codice tributo, dati del professionista. Insomma, delle somme portate in studio non si perdono le tracce».
I versamenti possono essere effettuati anche per cifre elevate ma il provvedimento delle Entrate non richiama le disposizioni anti- riciclaggio (il limite di 12.500 euro per i trasferimenti in contanti). «Naturalmente — ribatte l'Agenzia — quei limiti non possono essere superati».
Restano, poi, i rischi che potrebbero derivare dal fidarsi troppo dell'intermediario. «L'F24 in vigore da oggi — osserva il presidente dell'Int (tributaristi) Riccardo Alemanno — è destinato, essenzialmente, a coloro che non hanno un conto in banca e credo che, laddove ci sia una volontà truffaldina, non ci si rivolga a questo strumento. Comunque, ormai tutti i professionisti sono assicurati per eventuali errori e da noi non ci si può iscrivere senza avere la polizza».
«La platea del nuovo F24— fa notare il presidente della Lapet, Roberto Falcone — è formata da contribuenti "marginali" per cui questo strumento di pagamento non ci sembra utile. Anzi, lo riteniamo pericoloso proprio per l'uso del contante e sto meditando di inviare una nota ai nostri associati per invitarli a non usare questo canale».



 
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