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10 luglio 2007

Versamenti a ostacoli

di Marco Bellinazzo e Valentina Maglione

I versamenti degli studi di settore mettono in crisi il sito dell'agenzia delle Entrate. E mentre i professionisti lanciano l'allarme-blackout dei collegamenti telematici, l'Agenzia smorza i toni e parla di «rallentamenti dovuti ai picchi di accesso». La situazione, assicurano le Entrate, è monitorata e «si terrà conto di eventuali interruzioni nel servizio».
Quella di ieri è stata un'altra giornata calda per il Fisco. Scadeva, infatti, il termine per versare i saldi d'imposta 2006 e gli acconti 2007 degli studi di settore. I Consigli nazionali di dottori e ragionieri hanno denunciato l'impossibilità di effettuare i pagamenti e chiesto un'ulteriore proroga per non penalizzare i contribuenti.
In un telegramma inviato al Governo, il presidente del Consiglio nazionale dei dottori, Antonio Tamborrino, ha sottolineato che «da tutt'Italia stanno pervenendo preoccupate indicazioni sull'impossibilità di accedere ai servizi telematici dell'Agenzia». Le prime segnalazioni sulla difficoltà nei collegamenti, per i dottori, risalgono a venerdì scorso. «Un simile blocco - ha aggiunto Francesco Distefano, vicepresidente del Consiglio nazionale dei ragionieri - nelle ultime ore utili al pagamento online delle imposte ha mandato in tilt gli studi. Quest'anno si è verificato un notevole ritardo nei calcoli degli importi per l'incertezza della normativa fiscale. Il rinvio dei termini è inevitabile». Per Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, «i disservizi telematici si sommano alle circolari e ai comunicati stampa che hanno disorientato professionisti e aziende: non è stato favorito l'adeguamento al reddito da studi di settore».
L'accesso «rallentato» al sito delle Entrate, riscontrato - anche se in modo non omogeneo - dai professionisti della Penisola, è l'ultima manifestazione del «caos» che regna in materia di studi di settore. Ma la confusione di norme e scadenze ha avuto ricadute diverse sulla tempestività dei versamenti: «La maggior parte dei miei clienti ha insistito per rispettare la scadenza del 9 luglio - assicura il commercialista Alessandro Pancino, dal suo studio di Treviso - anche se ho cercato di convincerli a rimandare in attesa di nuovi chiarimenti». All'opposto, in Sicilia «il 90% dei clienti pagherà entro l'8 agosto - rivela Franco Conigliaro, commercialista a Siracusa -: è una consuetudine, anche perché i software aggiornati diventano disponibili a ridosso delle scadenze».
In alcuni casi, sono le imprese a scegliere di versare più in là: «Perché è più conveniente essere debitori del Fisco piuttosto che degli istituti di credito», spiega Franco Chiarini, commercialista bolognese. Infatti il rinvio costa solo l'aumento dello 0,4% sulle imposte. Mentre da Milano, Sergio Pennuto, partner fondatore dello studio Pirola, Pennuto, Zei, precisa: «Ai nostri clienti consigliamo di rispettare le scadenze. Ma quest'anno non escludiamo, per situazioni particolari, il differimento».
Se i tempi dei versamenti variano, resta forte il rifiuto dei contribuenti all'adeguamento: «Molti non sono congrui - continua Chiarini - ma non per questo evasori. E non vogliono saperne di adeguarsi, perché si tratterebbe di aggiungere somme considerevoli per realtà medio-piccole». La possibilità di adeguarsi al minimo, contenuta nell'accordo tra Governo e categorie, ha però portato in dote una serie di adeguamenti dell'ultimo minuto: «Dopo l'accordo, il 60% dei miei clienti ha deciso di adeguarsi», calcola Mauro Pautasso da La Loggia, in provincia di Torino. Mosche bianche i contribuenti piemontesi: «Io li avverto che rischiano un contenzioso - dice un commercialista romano - ma i miei assistiti non si adeguano». Come dire: meglio un accertamento incerto domani piuttosto che un esborso certo oggi.



 
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