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Carta dei diritti per le convivenze stabili
di Barbara Fiammeri
Arrivano i Dico, acronimo di «diritti e doveri dei conviventi». Il Consiglio dei ministri ieri pomeriggio, riunito in seduta straordinaria (assente Clemente Mastella), ha dato il via libera al disegno di legge concepito dalla «coppia» Bindi-Pollastrini. La decisione di non rinviare ulteriormente il parto del provvedimento è stata assunta direttamente dallo stesso premier, Romano Prodi, che in mattinata aveva riunito a Palazzo Chigi i suoi vice Francesco Rutelli e Massimo D’Alema con i ministri Giuliano Amato, Clemente Mastella, Rosi Bindi e Barbara Pollastrini.
«Il Governo ha deciso di tenere oggi il consiglio dei ministri straordinario per un atto di coerenza rispetto alle richieste che venivano dal parlamento con la mozione che impegnava a licenziare una proposta entro il 15 febbraio», ha sottolineato il ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini. Se infatti ieri non fosse arrivata l’approvazione, l’appuntamento del 15 inevitabilmente sarebbe saltato, visto che Prodi (accompagnato anche da alcuni ministri tra cui quello per la Famiglia, Rosi Bindi) rientrerà dal suo viaggio in India proprio quel giorno. Di qui la decisione sostenuta con forza anche dalle due ministre nonché da Amato e D’Alema e accettata infine anche dal leader della Margherita, Francesco Rutelli, che fino all’ultimo aveva insistito per far slittare il via libera.
I Dico. La convivenza deve essere esclusivamente tra due persone maggiorenni, «anche dello stesso sesso», comprovata dagli atti dell’anagrafe (ad esempio il certificato di residenza). La dichiarazione potrà esere resa contestualmente o anche separatamente (nel secondo caso il dichiarante dovrà comunicarlo all’altro convivente con raccomandata).
Amici e parenti. «I Dico non sono né matrimoni di serie B, né piccoli Pacs — ha detto Rosy Bindi — tant’è che diritti e doveri sono riconosciuti non solo a coppie, etero o omosessuali, legati da un vincolo d’amore ma anche alle persone che convivono per un legame d’affetto o solidarietà come un nipote che assiste la zia anziana».
Esclusioni. Non possono però sottoscrivere i Dico coloro che hanno vincoli di parentela diretta (genitori-figli, nonni-nipoti), i tutori, chi ha rapporti di adozione o affiliazione. Escluse anche badanti o perpetue: qualunque vincolo contrattuale vieta la dichiarazione di convivenza.
Tempi. Diversi i tempi per il riconoscimento di diritti e doveri. Scattano immediatamente i diritti all’assitenza ospedaliera e anche quelli per eventuali decisioni sulla salute (un intervento chirurgico qualora il convivente non sia ingrado di intendere e di volere) o in caso di morte (donazioni di organi, modalità di celebrazione dei funerali)così come per il concorso all’assegnazione di alloggi pubblici. Occorrono invece almeno tre anni di convivenza per la successione nel contratto di locazione (a meno che non ci siano figli comuni) e il ricongiugimento per ragioni di lavoro.
Retroattività. Previsto il riconoscimento della convivenza precedente purché documentata. Il principio della retroattività non si applica però ai fini della pensione di reversibilità.
Permesso di soggiorno. Potranno avvalersi dei Dico anche gli stranieri conviventi con italiani. Per gli extracomunitari previsto il rilascio di un «permesso di soggiorno per convivenza».
Previdenza. Il Ddl riconosce il diritto alla reversibilità ma rinvia alla futura riforma previdenziale il compito di stabilire il requisito della «durata minima di convivenza» per poter accedere alle prestazioni, che saranno comunque commisurate alla durata della vita in comune.
Successione. Dopo nove anni, il convivente «concorre» alla successione legittima che viene quantificata in relazione alla presenza o meno di figli o di altri eredi.
Obbligo al mantenimento. Il dovere di mantenimento scatta nel caso in cui uno dei conviventi non sia in grado di provvedervi anche «oltre la cessazione della convivenza». L’obbligo vale però solo se la convivenza dura da almeno tre anni e sarà in ogni caso proporzionata alla durata.
Ex coniugi . Chi sottoscrive i Dico non potrà più beneficiare dei diritti patrimoniali, previdenziali o successori e di qualunque altra agevolazione riconosciutagli a seguito di un precedente matrimonio. Lo stesso vale per chi, usufruendo dei diritti previsti per i conviventi, sottoscriva un nuovo Dico.

9 febbraio 2007


 

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