LA PROFESSIONE Architetto La normativa che regola la professione di architetto è definita a livello europeo, attraverso la direttiva comunitaria 384 del 1985 (poi integrata dalla 35 del 2005). Il primo passo è ottenere un titolo di dottore in architettura. La laurea deve avere durata minima di quattro anni, anche se in quasi tutti i Paesi dell'Unione europea il percorso è quinquennale. Tuttavia, in seguito alla riforma universitaria, alcuni atenei hanno scelto per la laurea in architettura il modello del «3+2», mentre altri hanno variato la struttura dei corsi. Per questo il Consiglio nazionale degli architetti suggerisce di verificare presso il ministero dell'Università o presso il proprio ateneo se il corso di laurea che si intende seguire abbia ottenuto o meno l'attestazione di conformità alle direttive europee. E la raccomandazione vale anche per i corsi di ingegneria edile-architettura. Dopo la laurea, l'uso del titolo di architetto e l'abilitazione all'esercizio della professione possono essere ottenuti soltanto attraverso l'esame di Stato. La prova, a oggi, si può sostenere senza aver effettuato alcun tirocinio. La situazione sembrava destinata a cambiare l'anno scorso, dal momento che il cosiddetto «decreto Siliquini» prevede l'introduzione di di un tirocinio semestrale retribuito e riscattabile a fini pensionistici, con l'aggiunta di altri sei mesi facoltativi. Il provvedimento, però, ora è stato accantonato. Una decisione contestata dall'Ordine degli architetti, che ricorda come il tirocinio sia previsto anche nel progetto di legge delega varato dal Governo sulla riforma delle professioni (attualmente in discussione, insieme ad altre proposte di legge, presso le commissioni parlamentari)