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Area chimico-farmaceutica
LE PROFESSIONI
Farmacista
Con la laurea specialistica in farmacia e farmacia industriale o in chimica e tecnologie farmaceutiche (Ctf) si ottiene la qualifica di «farmacista di base». Ma per l'abilitazione all'esercizio della professione bisogna superare l'esame di Stato. Che si può sostenere anche subito dopo il conseguimento del titolo accademico, purché sia valido il tirocinio effettuato durante il corso degli studi. Il laureato in Ctf, invece, può accedere alla prova solo dopo aver compiuto, successivamente alla laurea, il periodo di pratica semestrale in una farmacia. Gli esami si svolgono ogni anno in due sessioni, in una delle sedi universitarie indicate nell'ordinanza ministeriale. L'iscrizione all'Albo è fondamentale per l'esercizio della professione e per la gestione delle farmacie private assegnate mediante concorso. Non solo. L'autorizzazione ad aprire una farmacia è rilasciata con provvedimento dell'autorità sanitaria competente, dopo un'ispezione per accertare che locali, arredi, provviste, qualità e quantità di medicinali siano adeguati. Inoltre, il decreto Bersani ha modificato l'articolo 7 della legge 362/91 in tema di gestione ereditaria: qualora non abbiano i requisiti per diventare titolari o soci, gli eredi devono cedere, entro due anni, la titolarità o la quota di partecipazione acquisite a titolo di successione.

Chimico
Per essere un vero chimico la laurea non basta. Occorre l'iscrizione all'albo professionale dell'Ordine dei chimici, dopo aver superato l'esame di Stato. I candidati con laurea specialistica in scienze chimiche (classe 62/S), in scienze e tecnologie della chimica industriale (81/S) o in farmacia e chimica e tecnologie farmaceutiche (14/S) possono iscriversi nella sezione A dei "chimici". Chi, invece, ha conseguito una laurea triennale in scienze e tecnologie chimiche (classe 21) o in scienze e tecnologie farmaceutiche (classe 24) sarà registrato nella sezione B dei "chimici juniores". Perciò, con la laurea in tasca si compie il salto dalla teoria all'attività sul campo. Non è obbligatorio il tirocinio: si fa domanda per sostenere l'esame di Stato presso una delle università italiane e ci si prepara per le quattro prove. La prima verifica scritta riguarda le nozioni di chimica applicata. La seconda verte, invece, su argomenti di chimica industriale o farmaceutica a scelta del candidato. È poi richiesto un colloquio su legislazione e deontologia professionale. Infine si passa alla pratica con le analisi chimiche-strumentali. Per l'esercizio della professione è indispensabile il timbro sui certificati emessi, per garantire che le attività di analisi e di consulenza siano svolte da chi ha un titolo riconosciuto.

LE INSERZIONI
47,3% Le inserzioni per i dottori nel settore healthcare
Più periti che dottori: è il trend che Infojobs — considerando le offerte di lavoro degli ultimi sei mesi — evidenzia nell'area chimica. Il 67% circa delle offerte di impiego in questo settore (su 1.200 complessive) contempla come requisito minimo il diploma. Nell'8,6% dei casi il titolo preferenziale è la laurea breve, nel 14% la laurea specialistica. Nell'area healthcare — che comprende medicina, biotecnologia, farmacia, ma anche laboratori, servizi sociali e fisioterapia — la tendenza è però opposta: il 47,3% dei profili richiedono una laurea contro il 41% di casi in cui il requisito minimo è il diploma.


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