Speciali in evidenza
Speciale Smau
Speciale ambiente
Speciale scuola
Speciale Auto
Un anno di rincari
Speciale mutui
Voli low cost
Speciale ETF
Studi di settore
Risparmio energetico
Auto & fisco
Navigatori GPS
Musica Mp3
Guida alle facoltà
Come risparmiare
XV Legislatura
shopping 24

Servizi

Il Sole Mobile

Servizi Ricerca

Attualità ed Esteri

ARCHIVIO »

22 aprile 2005

La lingua inglese a misura di italiano

Sono ormai tantissime le persone che si trovano a dover fare i conti, per motivi di lavoro, con la lingua inglese. L’idioma britannico (ma anche irlandese, statunitense, canadese, australiano, e di molti altri Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’Oceania) è da diverso tempo la lingua più parlata al mondo, la lingua franca della comunicazione internazionale, delle scienze, dell’economia. Una lingua dal notevole significato unificante, seppur non così semplice da imparare, malgrado la struttura grammaticale piuttosto essenziale. In Italia, poi, comprendere e utilizzare correntemente l’inglese sembra una sfida davvero ardua, e non sempre l’istituzione scolastica si dimostra all’altezza dei tempi nell’addestrare le giovani generazioni alla comunicazione globale. Non parliamo poi dei professionisti, che sono costretti, a prezzo di alcuni sacrifici, ad apprendere una lingua magari non più in tenera età, quando – diciamolo – la voglia di studiare si affievolisce un poco e il tempo sembra sempre più tiranno.

Siamo consci delle difficoltà di mantenere “fresca” una lingua straniera senza la possibilità di praticarla regolarmente. E tuttavia, oggi più di ieri appare indispensabile conquistare una certa padronanza della lingua di Orwell, di Joyce e di Hemingway, non soltanto per conoscere ed apprezzare il mondo culturale anglosassone, ma ancor di più per rimanere al passo con i tempi, che vedono una trasfigurazione dell’idioma britannico in lingua veramente mondiale. In questo senso, curioso e interessante si affaccia sul mercato italiano un brillante libro composto da George Whiteside, statunitense, già docente alla prestigiosa Columbia University di New York e trasferitosi in Italia nel 1984. Il testo si presenta come un libro di self-study, di studio individuale, e si intitola Fintesa days. English lessons at an italian company. Due le particolarità di questo testo che si prestano all’attenzione del lettore, e che ne consigliano l’utilizzo. La prima, determinante, consiste nella notevole esperienza didattica trasfusa in queste pagine dall’autore. Whiteside conosce bene il livello di conoscenza media dell’inglese di un cittadino italiano (solitamente non particolarmente elevato) e ha saputo individuare correttamente i principali errori nei quali incappa uno studente italiano nell’approccio all’idioma anglosassone. Una scelta felice, quella di non dare per scontato il livello di “reazione” dei lettori all’apprendimento della lingua. Davvero numerosi, infatti, sono gli errori tipici che gli italiani commettono nell’avvicinarsi all’inglese, spesso partendo dall’errato presupposto che per imparare questa lingua sia sufficiente tradurre un discorso dall’italiano, cercando di dare semplicemente una forma diversa alle strutture grammaticali, logiche e sintattiche della lingua di Pirandello, di Calvino e di Moravia. Nulla di più sbagliato, che si ripercuote nei classici errori in cui un po’ tutti ci imbattiamo tra una frase e l’altra.

Un secondo aspetto interessante è proprio il racconto che fa da filo rosso al testo di Whiteside. Fintesa days racconta proprio la vita quotidiana di un’azienda che conduce ricerche di mercato (la Fintesa, appunto), con i suoi dipendenti e amministratori, i viaggi di lavoro, le passioni personali, le necessità da affrontare, il rapporto con i clienti e con la concorrenza. Insomma, il campionario di situazioni che molti utenti di questo brillante testo di studio conoscono bene. I capitoli del libro sono 41, e si aprono tutti con un simpatico dialogo in azienda, dove George, il professore d’inglese, fa lezione ai dipendenti di Fintesa. Nel dialogo sono inseriti (e sottolineati in grassetto) gli errori tipici dello studente italiano, al quale è richiesto di individuarli e correggerli. Grande attenzione è comunque dedicata alla spiegazione dei passaggi linguistici più difficili, con esempi e chiarificazioni in italiano e in inglese. Un glossario di termini nuovi, consente invece l’ampliamento del vocabolario personale.

Leggendo più volte i diversi capitoli del testo sarà più facile sradicare gli errori e memorizzare le giuste costruzioni delle frasi.

Un libro utile, dunque, e anche divertente, che in fin dei conti non fa che ribadire un suggerimento: imprese, investite nella conoscenza, investite nell’inglese! Come Fintesa.

George Whiteside
Fintesa days. English lessons at an italian company
Edizioni Arcipelago, 283 pagine, € 18 (www.arcipelagoedizioni.com)



 

Suggerimenti

>Info quotazioni

A richiesta, via sms, la quotazione istantanea e in tempo reale del titolo che ti interessa

>Flash news

Scarica il programma gratuito, e ricevi sul tuo desktop le ultimissime notizie di economia e finanza

News