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Un'antologia di poesia sonora

Piccole grandi chicche di poesia sonora, questa antologia ospitata sulla famosa rivista letteraria. Un tipo di poesia o, forse un tipo di linguaggio, che nasce alla fine degli anni Cinquanta dalle ricerche vocali e fonetiche nelle poetiche simultaneiste e futur-dada, e dall’incontro di quelle sperimentazioni con le nascenti tecniche magnetofoniche (oggi c’è un cd rom che accompagna il materiale cartaceo), aprendo nuovi orizzonti sonori con la sostituzione della scrittura a favore della registrazione diretta su nastro. Il poeta sonoro aveva finalmente individuato nuovi spazi acustici utilizzando le tecniche di montaggio in analogia con quanto avvenuto nelle arti visive, poteva contare su una gamma di effetti combinatori e agire liberamente su attriti e contrasti inauditi, contrappunti, flussi e riflussi. Integrazione di linguaggi, dunque, che si orienterà su due diverse strade che spesso si intrecceranno con interessanti effetti spettacolari: l’una incentrata sull’uso delle tecniche di registrazione, tutta proiettata verso l’esplorazione degli spazi acustici dell’elettronica; l’altra più legata alle performance, tesa alla piena affermazione della dimensione orale e del rapporto diretto col pubblico. In ogni caso, avanguardia, ricerca e, perché no, anche “pastiche”, una lingua che crea e si ricrea continuamente, come nell’iper-romanzo di Adriano Spatola “L’oblò”, scritto nel 1964 e colpito duramente dalla critica legata all’establishment.

La visione di una poesia intermediale e sinestetico trova humus fecondo nell’atteggiamento nomade di molti artisti; un nomadismo che è nella teoria e nella pratica, mentre l’evento artistico tende a coincidere con la vita stessa. Un atteggiamento che attira le voglie di omologazione del sistema e di quella che nel libro viene chiamata “burocrazia culturale”, come sempre avviene per le avanguardie. Ma per la sparuta truppa dei poeti sonori vale quanto scriveva Breton:”Mi abbandono all’immaginazione senza paura di sbagliare”. La pensano così i vari autori di questa antologia, da Giulia Niccolai (..se da giovani la rabbia pur erroneamente può essere vissuta come energia vitale,…da vecchi si rivela per quella che è: solo un veleno mortale”), ad Arrigo Lora, da Piera Appezzo (L’abitudine un eccetera eccetera a immagine fissa….), ad Amanda Stewart, da Henri Chopin, a tanti altri. Poeti sonori che invitano il lettore a viaggiare libero, a non trovare sempre e comunque un filo logico:”E ciò che ad esse si oppone può essere sempre rovesciato; nel proprio contrario”.

Verbivoco visual
Antologia di poesia sonora 1964-2004
a cura di Giovanni Fontana
Il Verri, n. 25 - maggio 2004
175 pagine + Cd Rom, 13,00 euro
Rivista fondata da Luciano Anceschi, anno 49

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