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Megatrend, rischi e sicurezza

La complessità sembra essere ormai la cifra per comprendere il nostro tempo. Filosofi, sociologi, psicologi, giornalisti si affannano a descrivere le dinamiche in cui tutti ci troviamo coinvolti, mettendone in luce, a seconda dei casi, i pericoli o le risorse. Indubbiamente la tecnologia è divenuta così potente e pervasiva da modificare anche le consuete relazioni spazio-temporali, mentre il fenomeno della globalizzazione, che continua la sua avanzata trainato dalla rivoluzione dell’informazione e della comunicazione, contribuisce a ridurre le distanze tra un capo e l’altro del mondo, rendendoci tutti almeno più consapevoli di ciò che si verifica nel pianeta. Non tutti gli effetti dei cambiamenti in atto si presentano però sotto la veste rassicurante del progresso continuo e lineare, secondo le classiche previsioni di un illuminismo ormai sulla difensiva. Tecnologie sempre più potenti e sofisticate liberano manodopera – anche intellettuale – provocando traumatici flussi di disoccupazione, a cui si aggiungono i relativi fenomeni di marginalità e di devianza. L’esplodere del terrorismo internazionale porta con sé molteplici interrogativi sui rapporti tra povertà, violenza e sottosviluppo culturale. La questione del reperimento delle risorse energetiche per sostenere lo sviluppo del mondo industrializzato e dei Paesi in costante crescita economica sollecita ulteriori preoccupazioni. I progressi delle biotecnologie lambiscono sempre più gli incerti confini dell’etica. Il tema ecologico, con la sua urgenza e i suoi riflessi sul domani, non può più essere eluso e richiede risposte chiare e coerenti.

Con questi grandi temi si confronta Augusto Leggio, uno dei maggiori esperti italiani di tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che da alcuni anni si dedica ad esplorare nei suoi libri gli scenari globali, cercando di prevedere le principali linee di tendenza del prossimo futuro, sia a livello politico, che a livello economico e sociale. Accumulando un’enorme massa di dati, cercando di interpretarla nella maniera più completa possibile, Leggio si avventura in un’ardua sfida: quella di abbracciare il mondo in maniera sintetica, per farne emergere gli elementi (e le contraddizioni) più rilevanti per l’oggi e per il domani. Questo imponente sforzo teorico è sviluppato nel libro Megatrend, rischi e sicurezza (edito da Franco Angeli), la cui idea forte è costituita dal metodo dell’analisi, incentrato sulla cosiddetta “teoria della complessità”. Perché questa scelta? Perché la convinzione che il progresso avvenga in maniera semplice e lineare, attraverso un graduale incremento della conoscenza a cui corrisponderebbe una graduale riduzione dell’ignoranza è stata ormai destituita di fondamento. La realtà, infatti, è estremamente multiforme, complicata, irregolare, imprevedibile. Gli stessi scienziati hanno dovuto fare i conti con l’incertezza e la contraddittorietà, come ampiamente documentato dagli studi di illustri epistemologi (un nome per tutti, Edgar Morin). Il divario tra le scienze umane e le scienze esatte si va riducendo e le stesse scienze della natura hanno raggiunto la consapevolezza di quel disordine e di quella complessità che da sempre combattevano aspramente. Per molti secoli, la scienza è stata fondata sulla certezza che l’uomo potesse avvicinarsi progressivamente ad un sapere totale, onnicomprensivo, fatto di progressi irreversibili e di accumulazione di conoscenze descrittive, ottenute osservando un campo di indagine da un punto di vista oggettivo e neutrale. Oggi, invece, gli approcci scientifici più moderni abbandonano le velleità dell’oggettività e dell’esattezza assolute, accettando di aprire i propri sistemi concettuali e interpretativi, di fornire risposte diverse a domande nuove, di confrontarsi ancora più serratamente con i fenomeni particolari e contingenti.

La teoria della complessità, secondo l’ipotesi di Augusto Leggio, si presenta come una chance per meglio comprendere la realtà nel suo insieme, per non trascurare in maniera aprioristica tutti quei fenomeni che non possono essere incasellati e spiegati secondo tesi precostituite. Questa teoria, spiega Leggio, si concretizza nello “studio dell’emersione dal caos di strutture ordinate” i cui elementi, instabili, devono auto-organizzarsi e auto-migliorarsi continuamente in risposta a stimoli esterni. Dal punto di vista scientifico la teoria della complessità non ha ancora trovato una definizione organica e consolidata: si compone infatti di diversi elementi scientifici interrelati tra loro, che ancora non sono stati inquadrati in una teoria generale, ma che sono in grado di scuotere circa quattrocento anni di evoluzione della scienza, superando la concezione newtoniana che considera il mondo in equilibrio secondo leggi fisse precostituite.

Il testo di Augusto Leggio si compone di cinque parti. Nella prima parte vengono definiti i principi della teoria della complessità, secondo cui un sistema può essere creato da un disordine assoluto assimilabile al caos, può evolvere nel tempo e nello spazio su una linea di confine tra ordine e caos incrementando la propria complessità, può ripiombare nel nulla o degenerare in una condizione di ordine assoluto priva di futuro, assimilabile alla morte. La teoria, dedotta dall’esperienza evolutiva della natura, viene applicata nella valutazione delle esperienze evolutive dei sistemi artificiali.
La seconda parte del testo è dedicata alla descrizione dei maggiori fenomeni tendenziali. Moltissimi i temi sul tappeto: dal progressivo esaurimento delle risorse naturali alla degradazione dell’ambiente, dallo sviluppo demografico ai fenomeni migratori, dallo sviluppo della tecnologia alle trasformazioni dei soggetti politici, passando per la salute pubblica e le biodiversità, la globalizzazione e l’attenuazione dei valori tradizionali.

La terza parte del libro tratta invece i fattori che inibiscono lo sviluppo o alimentano rischi e minacce planetarie; la quarta parte, scendendo nel concreto delle politiche perseguite dagli Stati, ripercorre le linee guida adottate da Stati Uniti, Unione europea e altri Paesi avanzati in materia di sicurezza. La quinta parte del libro, infine, è dedicata all’analisi e alle previsioni dei futuri scenari globali, effettuate, ancora una volta, secondo i principi della teoria della complessità.

Stando così le cose, come può il genere umano incamminarsi lungo una strada di reale e progressivo miglioramento, nonché di riduzione delle conflittualità? Augusto Leggio propende per la messa in atto, a livello planetario, di scelte politiche, economiche e sociali in sintonia con la condizione di intrinseca complessità dei processi di evoluzione dei sistemi. Cooperazione e approccio multilaterale, pluralismo dell’informazione e della comunicazione, promozione di un’economia che privilegi l’interesse collettivo e che non attenti al capitale naturale del pianeta: queste alcune delle condizioni elencate da Leggio per riequilibrare scompensi e criticità indotte dall’attuale modello di sviluppo.

L’obiettivo finale di questo processo– si legge nel testo – sarà l’abbandono delle visioni più egoistiche del progresso, fondate sull’ideologia e su interessi puramente individuali, per sostenere visioni di più ampio respiro, basate sulla scienza, sulla solidarietà e sul rispetto delle diversità.

Sicuramente un ruolo essenziale nella definizione delle strategie planetarie spetta alle grandi potenze occidentali, Stati Uniti e Unione europea soprattutto. Secondo la tesi di Leggio, l’attuale fase “conservatrice” vissuta dagli Usa, culminante nel cosiddetto approccio unilaterale dell’amministrazione di George W. Bush, rischia di sottolineare ulteriormente le già consistenti disuguaglianze sociali che attraversano il pianeta. Il possibile ruolo dell’Unione europea, secondo gli auspici di Leggio, potrà invece essere quello di un secondo polo di sviluppo, utile contrappeso alla potenza statunitense, elemento di contenimento – grazie alla propria esperienza storica e culturale e ad un approccio progressista e multiculturale – delle tensioni solitamente provenienti dai Paesi in via di sviluppo. In mezzo ai due colossi occidentali, si collocano, infine, anche le Nazioni Unite, che, se riformate profondamente, potrebbero giocare un ruolo finalmente significativo nel panorama della politica mondiale. La questione più spinosa a proposito rimane quella della riforma del Consiglio di sicurezza, l’organismo che rappresenta il peso specifico dei diversi membri dell’assemblea che ha sede a New York e che, secondo numerosi osservatori internazionali, non risponderebbe più agli attuali equilibri politici mondiali. Cosa propone Leggio? Un Consiglio composto da Stati e Regioni politico-economiche, assimilati in funzioni del prodotto interno lordo, del livello scientifico raggiunto, della capacità militare, della dimensione della popolazione, del rispetto dei diritti umani e civili, con poteri gestiti in maniera democratica, secondo il principio del voto a maggioranza, senza più veti da parte di alcuno. Obiettivo utopistico? Forse. La via proposta in Megatrend, rischi e sicurezza si concretizza, infatti, in un delicato equilibrio tra capitalismo e solidarietà: solo così, sostiene l’autore del libro, sarà possibile attenuare le minacce incombenti sul genere umano, che si manifestano nell’instabilità crescente di molte regioni del pianeta e in una pericolosa esasperazione delle disuguaglianze sociali. La strada indicata da Leggio appare ardua e a lungo termine. Eppure ogni tentativo di risposta ai grandi interrogativi che assillano la nostra epoca merita sempre, al di là delle valutazioni metodologiche, apprezzamento e vigile attenzione.


Augusto Leggio

Megatrend, rischi e sicurezza. Per comprendere la società di oggi con la teoria del caos.

Edizioni Franco Angeli, 271 pagine

Invia una emaildi Massimo Donaddio



 

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