Paolo Berruti (a cura di) La fontana della giovinezza Un itinerario senza fine tra arte e psicologia Polistampa pp.143, Euro 15,50 |
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Il volume, la cui prima edizione risale al 1996, merita attenzione per la forza e chiarezza con le quali mette a disposizione del lettore una nuova chiave per interpretare l’arte: la chiave della psicologia, che spesso riesce a far intuire, e qualche volta a spiegare con estrema lucidità, quello che la tradizionale lettura storico-artistica sfiora soltanto. L’opera qui considerata è "La fontana della giovinezza", uno dei massimi esempi del Gotico cortese: opera che decora le pareti della Sala Baronale del Castello della Manta, vicino a Saluzzo, in Piemonte, e che trova contraltare, sulle pareti fronteggianti, nel dipinto "I Prodi e le Eroine". Non sarebbe giusto in questa sede anticipare quale interpretazione venga proposta della Fontana della giovinezza, né svelare attraverso quale intuizione sia possibile giungere a una lettura unitaria dell’intero ciclo della Sala Baronale: significherebbe togliere al lettore il piacere di avvicinarsi, passo dopo passo, a quella che appare come una logica conclusione del percorso proposto dai diversi saggi contenuti nel libro. Ma è invece doveroso "svelare" che i temi della morte (oltre che della giovinezza e dell’Eros come armi per sfuggirle) costituiscono il filo conduttore da non abbandonare mai, pagina dopo pagina. Attraverso un percorso ben sintetizzato da Paolo Berruti, che inizia il suo saggio scrivendo: "In principio era l’Inconscio". E lo conclude con le parole: "Alla fine, è sempre l’Inconscio". |
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