Massimo Centini Bosch Una vita tra i simboli Polistampa pp. 159, Euro 16,00 |
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Della stessa collana del volume precedente (Nodi e snodi - percorsi dell’umano) il libro dedicato a Bosch propone una lettura in chiave artistico-psicologica delle opere del grande pittore olandese. Artista capace di spingersi, con la sua fantastica e fantasmagorica rappresentazione della realtà (o forse con una realistica rappresentazione delle sue fantasie?) dove nessuno si era mai spinto prima, e dove nessuno ha saputo spingersi più in seguito. Non a caso, come viene ricordato nel volume, né il suo contemporaneo Martin Schongauer, incisore tedesco che affrontò prima di Bosch il tema della lotta di Sant’Antonio contro il Maligno, né il grandissimo Pieter Bruegel, considerato in parte continuatore dell’opera di Bosch, riuscirono a dar vita a mostri e fantasie altrettanto spontanee e irrealisticamente reali. Dallo splendido Trittico delle Delizie, custodito al Prado di Madrid, fino ai trittici del Giudizio e del Fieno, passando per quello delle Tentazioni, l’opera di Hieronymus Bosch viene analizzata attraverso l’insolita lente d’ingrandimento che unisce gli aspetti storico-artistici e quelli psicologici e filosofici. Fino a spingersi, nell’introduzione di Paolo Berruti, a introdurre l’ipotesi (unitamente ad altre) della possibilità di una produzione artistica mediata da particolari forme patologiche, quali il "delirium tremens", capaci di dare sintomatologie visive simili a quelle dipinte da Bosch nelle sue opere. Del resto, come scrive lo stesso Berruti, con Bosch non siamo nella Divina Commedia, ma in Alice nel Paese delle Meraviglie. |
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