27 aprile 2004 |
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Gherardo delle Notti, lacerti lirici |
L’attentato di via dei Georgofili, che sconvolse Firenze nella notte del 27 maggio 1993, ebbe tra i suoi effetti quello di sconvolgere anche il lato occidentale della Galleria degli Uffizi, colpendo il corridoio Vasariano e le opere in esso contenute. Mai l’Arte italiana aveva corso un rischio così grande: a pochi metri dal disastro gli Uffizi custodivano immensi capolavori, tra i quali basti citare il "Tondo Doni" di Michelangelo e il "Ritratto di Leone X" di Raffaello.
Capolavori che rimasero fortunatamente illesi, e sono tutt’ora visibili in Galleria.
Peggior sorte ebbero invece altre opere, spazzate via dalla furia dell’esplosione e dallo spostamento d’aria successivo: tra queste la splendida "Adorazione dei pastori" di Gherardo delle Notti, autore meno noto al grande pubblico, ma straordinario pittore capace di anticipare alcuni incredibili effetti di luce che diventeranno qualche tempo dopo il segno distintivo dell’opera di Caravaggio.
Nella notte del 27 maggio 1993 l’Adorazione era esposta proprio dirimpetto alla finestra che fronteggia via dei Georgofili: per capire cosa accadde prendiamo a prestito le parole di Antonio Natali, curatore del volume "Gherardo delle Notti, lacerti lirici", che del dipinto considerato irrimediabilmente perduto racconta la storia.
"..in quella notte di fine maggio, il vento furioso scatenato dall’esplosione sbatté la stoffa sul telaio, come fanno gli uragani con le vele. Il colore che riuscì a resistere allo scotimento, dovette subire anche la violenza abrasiva della polvere e dei frantumi sparati dal vorticoso spostamento d’aria".
L’opera di Gherardo, quando fu steso l’inventario dei danni subiti dagli Uffizi, venne annotata come "distrutta, tanto la sua superficie pittorica risulta abrasa e in larghe zone quasi disintegrata".
Di quello splendido quadro, grazie al finanziamento dell’Associazione Amici degli Uffizi e alla testardaggine di Antonio Natali, direttore del restauro e ormai specializzato nei recuperi impossibili (come dimenticare il ritorno alla vita della "Madonna della gatta" di Federico Barocci?) oggi possiamo di nuovo ammirare alcuni brani: frammenti, appunto, o lacerti, come si legge nel titolo.
Frammenti che tuttavia, anche senza la potenza spettacolare di un recupero integrale, ci restituiscono la poetica della luce e dei colori dell’Adorazione, permettendo all’occhio di chi guarda di intuire e addirittura ricostruire le parti irrimediabilmente perdute, dove la nuda tela compare a testimonianza dell’offesa ricevuta. Resta intatta la commozione, che in molti sanno ancora provare di fronte a un’opera d’arte e che il volume di Antonio Natali ci racconta in modo sapiente e coinvolgente.
Gherardo delle Notti, lacerti lirici
l’Adorazione dei pastori risanata dopo l’attentato
a cura di Antonio Natali
Silvana Editoriale, 110 pagine, 16 euro
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