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22 febbraio 2005

Le conversazioni del Papa a cavallo dei millenni

L'attentato del 13 maggio 1981, compiuto da Alì Agca, fu «commissionato» e fu opera di «una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza, scatenatesi nel XX secolo». Lo scrive Giovanni Paolo II nell'ultimo capitolo del libro «Memoria e identità», presentato oggi a Roma. «La sopraffazione - spiega il Papa - fu praticata dal fascismo e dal nazismo, così come dal comunismo. La sopraffazione motivata con argomenti simili si è sviluppata anche qui in Italia: le Brigate Rosse uccidevano uomini innocenti e onesti». Raccontando poi il suo colloquio del 1983 con Agca in carcere, scrive: «Alì Agca, come tutti dicono, è un assassino professionista. Questo vuol dire che l'attentato non fu un'iniziativa sua, che fu qualcun altro a idearlo, che qualcun altro l'aveva a lui commissionato».

«Praticamente ero ormai dall'altra parte». Il Papa ricorda così la sua situazione mentre era in sala operatoria. Già in ambulanza verso il policlinico Gemelli, il papa «perse conoscenza», spiega il suo segretario mons. Stanislao Dziwisz, che nel libro racconta a due voci l'evento. Sei pagine molto intense, dalle quali emerge che i medici non credevano di salvare il papa, ma allo stesso tempo donarono il loro sangue, visto che la prima trasfusione era andata male. Poi le indicazioni mediche: in sala operatoria «la pressione sanguigna calava in modo drammatico, il battito cardiaco si sentiva appena. I medici - scrive mons. Dziwisz - mi suggerirono di somministrare l'Unzione degli infermi. Lo feci prontamente».

La seconda trasfusione va bene, ma nonostante ciò «i medici fecero l'intervento senza credere nella sopravvivenza del paziente. Non si occuparono (...) del dito trapassato dal proiettile (...) la ferita si rimarginò da sola». Quando il papa si svegliò, il solo il giorno dopo a mezzogiorno, chiese: «Ho recitato la compieta?», le preghiere? «Pensava infatti - sottolinea mons. Dziwisz - che fossimo ancora nel giorno precedente... I tre giorni successivi furono terribili. Il Santo Padre soffriva moltissimo. Infatti aveva drenaggi e tagli dappertutto (...) Ciononostante la convalescenza procedette molto velocemente» e all'inizio di giugno il Papa «tornò a casa» senza neppure una «specifica dieta».

Prima edizione di 330 mila copie
Saranno 330 mila le copie della prima edizione. Il nuovo libro del Papa, pubblicato da Rizzoli, sarà in vendita da domani 23 febbraio. In totale il volume è composto da 234 pagine e costa 16 euro. Oltre a quella italiana, sono previste altre 14 edizioni che saranno proposte in lingue e Paesi diversi.

Il libro prende il via da alcune conversazioni con i filosofi polacchi Jozef Tischner e Krzysztof Michalski, svolte nel 1993 a Castelgandolfo, profondamente rielaborate e ampliate nel corso degli ultimi anni. Ecco "l'incipit": «Il XX secolo è stato, per così dire, il "teatro" in cui sono entrati in scena determinati processi storici, e ideologici, che si sono mossi nella direzione della grande "eruzione" del male, ma è stato anche lo scenario del loro superamento».

Nazismo e comunismo
«L'Europa a cavallo dei due millenni si potrebbe purtroppo qualificare come il continente delle devastazioni», devastazioni «delle coscienze», perché nel XX secolo «molto si è fatto affinchè il mondo cessasse di credere e respingesse Cristo» scrive Giovanni Paolo II in riferimento all'ateismo militante del comunismo. «Si tratta di una devastazione delle coscienze, con conseguenze rovinose nell'ambito della morale, sia personale che familiare, così come in quello dell'etica sociale». Il Papa parla anche delle pressioni a favore dell'aborto, dell'eutanasia e dei matrimoni gay, ma nella presentazione del libro fatta a Roma, il cardinale Joseph Ratzinger ha smentito che il Papa abbia voluto fare il paragone fra l'aborto e l'Olocausto.

A proposito di Europa, Giovanni Paolo II dedica un capitolo del suo libro al tema dei rapporti tra la parte occidentale e i Paesi che erano al di là della "cortina di ferro" (per i quali egli esprime il timore che assorbano acriticamente i modelli consumistici) e del contributo che essi possono dare alla costruzione della «casa comune». Le nazioni dell'Europa centro-orientale hanno conservato la loro identità, e l'hanno persino consolidata, nonostante tutte le trasformazioni imposte dalla dittatura comunista. Per esse, infatti, la lotta per la conservazione dell'identità nazionale è stata una lotta per la sopravvivenza. Oggi le due parti dell'Europa, l'occidentale e l'orientale, si stanno riavvicinando.

«Ogni sofferenza umana, ogni dolore, ogni infermità racchiude una promessa di salvezza, una promessa di gioia» conclude il Papa, ricordando, con le parole di San Paolo: «Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi». Ciò vale anche per «ogni sofferenza provocata dal male», come le guerre, le ingiustizie sociali, il terrorismo: «tutto questo male esiste nel mondo per risvegliare in noi l'amore».



 

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