E’ considerato il nuovo fenomeno della letteratura anglosassone: Richard Mason, ventisei anni, nato in Sudafrica e di cittadinanza inglese, studi di letteratura ad Oxford, cultura raffinata e quel particolare fascino - pulito ma imprescindibile - a sottolineare la privilegiata appartenenza alla upper-class. Dopo il grande successo internazionale ottenuto dal suo precoce romanzo d’esordio, “Anime alla deriva”, scritto a diciannove anni durante un lungo soggiorno a Praga e tradotto in ben 22 lingue, Mason ha dovuto fare i conti con se stesso. Non solo perché l’estenuante tournée promozionale che lo ha portato in giro per ben 15 paesi diversi avrebbe stordito, forse, anche il più frivolo veterano del Best Seller; ma, ancor più, perché, tra etichette incollate a pieni tasti da critici e recensori - da “snob” a “privilegiato con il ciuffo alla Hugh Grant”, passando attraverso ben più colorite espressioni -, Mason si è trovato di fronte alla propria sovraesposta immagine, con poco interesse, tanta irritazione e il dichiarato desiderio che si scrivesse del romanzo più che dell’autore.
E a ritirarsi, dunque, smarrita e in separata sede, è stata proprio la promettente ispirazione . Ma quattro anni per “guarire”, un soggiorno in Italia, presso la Benetton di Treviso, e il prezioso sostegno della casa editrice Einaudi hanno rinfrancato l’incanto creativo. E il secondo romanzo, “Noi”, uscito in anteprima mondiale proprio in Italia, ha confermato la maturità di questo giovane scrittore, dal taglio acuto e pungente, ritmo e linguaggio narrativo levigati e una sorprendente capacità di sostenere senza cedimenti una difficile struttura narrativa. Che alterna voci e piani temporali, in un ricamo che potremmo definire a “punto di vista”. Tre, infatti, sono i personaggi che raccontano in prima persona, attraverso il filtro delle loro ben delineate personalità, l’intreccio narrativo. Julian, colto e allampanato insegnante inglese, che colora di grigio la propria esistenza, seguendo il motto di Hobbes: “Esperienza vuol dire prudenza”; Jake, figlio di un’estetista, approdato per un caso fortuito dalla ruvida periferia a uno dei più esclusivi college inglesi e altrettanto per caso diventato artista alcolizzato, che disprezza la propria arte ingannevole e “nuda”, in fondo, come il famoso Re della favoletta ; Adrienne, bionda bella e ricca americana, succube di Mamma (l’unico personaggio senza nome, ma con una significativa maiuscola) e di una felicità patinata costruita a tavolino sulle ceneri di un amore. Personaggi che si presentano nei primi anni di una maturità dolente e sospesa. Per un viaggio a ritroso - corale e personale, tragico e ironico al tempo stesso - verso gli anni incerti ma determinanti di un’adolescenza dominata dalla figura - e dalla morte - di Maggie, sorella di Julian, fidanzata di Jake, amica del cuore di Adrienne e carismatica paladina dei più deboli.
Un romanzo sull’amore e la crudeltà, sulle irresponsabilità e gli assolutismi dell’adolescenza, come precisa il risvolto di copertina. Nell’eterno conflitto tra generazioni e classi sociali. Un romanzo, soprattutto, sull’insicurezza di una vita in cui ogni atto è insostenibilmente pesante e leggero al tempo stesso.
Valore aggiunto dell’opera è il fatto che i diritti d’autore dei libri di Mason coprono le spese correnti della Kay Mason Foundation, creata dallo scrittore - figlio di attivisti anti- Apartheid - in memoria della sorella morta suicida ( quando Richard aveva solo dieci anni), per sostenere l’istruzione di alcuni giovani sudafricani. Con la benedizione del Premio Nobel monsignor Desmond Tutu che, in una lettera riportata a conclusione del libro, ci ricorda, con saggia semplicità, che “Istruzione è la parola chiave del futuro” e che “Sono gli individui a cambiare il mondo”.

Richard Mason
Noi
Einaudi, pagg.353 , euro 18,00

Silvia Giuberti