22 luglio 2004 |
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Luci e ombre della storia di Cuba |
di Pino Fondati
“Nel 1959-60 la rivoluzione ci ha preso la mano”. Così Fidel Castro recentemente commentava un periodo dell’epopea che l’ha visto protagonista. Anche alla luce di recenti tragici avvenimenti l’impressione è che il cambiamento, che pure nei primi anni aveva introdotto elementi di sviluppo nella società cubana, si sia insabbiato in una concezione personale del potere, in una gestione un po’ ottusa dell’economia e nell’espansione burocratica supportata dal partito unico. Eppure...Eppure non è solo per il sole e il bel mare che Cuba gode delle simpatie di tanta gente nel mondo: quaranta anni di embargo, le figure leggendarie e carismatiche di Ernesto Che Guevara e di Fidel, un modello sociale senza pari nello scacchiere caraibico, la solidarietà che da sempre ispira la sfida di Davide contro Golia. Come non mai, per Cuba vale ancor di più la storicizzazione, nel senso che non si capisce la Cuba di oggi se non si tiene conto della sua storia complessa, fatta di lotte per l’indipendenza e di una forte attenzione per le questioni sociali. Castro rappresenta la quarta di quattro lotte di liberazione che Cuba ha dovuto affrontare nel corso della sua storia: dalla liberazione degli schiavi, a quella dal colonialismo spagnolo (condottiero straordinario, José Marti), dal primo tentativo di liberarsi dalla dipendenza economica e politica degli Stati Uniti, alla rivoluzione vittoriosa di Fidel. Una storia coerente e nobile, di un’isola che gli Stati Uniti hanno colpevolmente considerato un corpo estraneo, un’imitazione indotta dall’esterno, il frutto di una manipolazione messa in atto da agenti sovietici. Ancor più grave, a detta di Moscato, l’errore di avere sempre sottovalutato le tensioni che si produssero assai presto tra Cuba e la leadership sovietica, costringendo Castro a un vincolo sempre più stretto ed esclusivo con l’Urss, che non avrebbe in realtà voluto, almeno in quella misura. Lo stesso Che Guevara, che si battè fortemente contro i rischi di una nuova dipendenza e l’applicazione del modello sovietico a Cuba, fu bollato dalla propaganda Usa come un uomo di Mosca. Moscato denuncia anche il ruolo dei grandi mezzi d’informazione internazionali nei confronti della rivoluzione castrista e della sua ricerca di un modello socio-economico nuovo, sì ma che in qualche modo riallacci l’isola alla matrice originaria della rivoluzione: giudizi in cui la volontà di denigrazione si mischia con un’incapacità oggettiva a capire un’esperienza tanto diversa da quella dei paesi satelliti dell’Urss. Un libro, dunque, che tenta di fare chiarezza, raccontando e analizzando la storia dell’isola, dalla formazione della nazione cubana ai giorni nostri, passando per la rivoluzione castrista, alla quale l’autore guarda con simpatia non disgiunta da critiche senza reticenza alla burocrazia, al proliferare delle imprese miste, alle epurazioni politiche.
Antonio Moscato
Breve storia di Cuba
Edizioni Datanews, 2004
pag. 211, euro 11,36
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