Il rapporto degli italiani con l'ambiente è di quelli piuttosto difficili. A parole tutti noi abitanti del Belpaese ci dichiariamo strenui difensori dell'ambiente e della natura, nella pratica però ne combiniamo di tutti i colori. Un esempio? Facciamo le barricate per evitare che vicino casa ci costruiscano non solo una centrale elettrica, ma anche la più ecologica delle pale eoliche. E sarebbe superfluo ricordare la scarsa attenzione a mettere in atto i piccoli grandi accorgimenti che gli esperti raccomandano: la riduzione delle temperature dei riscaldamenti (che invece vanno a tutta manetta), la maggiore apertura culturale a tutto quanto fa ambiente (bioedilizia, pannelli solari, uso di materiali naturali e di lampadine a basso consumo, ecc.), comportamenti più virtuosi nella raccolta differenziata (strumenti elettronici compresi). Insomma, riguardo alla salvaguardia dell'ambiente, noi italiani predichiamo bene e razzoliamo male.
Un po' di luce sembra portarla una ricerca che si proponeva di verificare il grado di consapevolezza ambientale degli italiani alla guida di moto e auto, a partire dalla scelta del veicolo e degli stili di guida fino al comportamento nei confronti dei rifiuti pericolosi prodotti dai motori, come gli oli lubrificanti. Il sondaggio, denominato "Motori e Ambiente" e che ha coinvolto un campione di 400 persone di cui 307 possessori di auto o moto, è stato realizzato dall'Ispo per il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e la Promotor International, e presentato al Motorshow in corso in questi giorni a Bologna. La ricerca sembra dimostrare che dai e dai la gente finalmente abbia compreso che tra motori e inquinamento c'è un rapporto strettissimo. Che inizia sin dal momento della scelta del mezzo da acquistare: l'87% delle persone che comprano un'auto, una moto o uno scooter tengono in seria considerazione l'impatto ambientale del mezzo che intendono acquistare; addirittura il 50% considera questo fattore una discriminante nel criterio di scelta. I più attenti sono donne e over 55, mentre, e questo è molto grave, meno interessati sono i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni; come dire, quelli a cui il futuro del pianeta è affidato. Il 60% di chi possiede un'auto o una moto, cerca di praticare uno stile di guida che riduca l'inquinamento, come la regolare manutenzione dell'auto (53%), una guida a velocità moderata (53%), lo spegnimento del motore per brevi soste (oltre il 40%). Il 60% delle persone intervistate, in maggioranza quelli che posseggono auto e moto, ritiene che provvedimenti come le targhe alterne e le domeniche senz'auto non riducano l'inquinamento. Il 98% del campione percepisce come pericoloso per l'ambiente e la salute disperdere l'olio lubrificante usato nell'ambiente; in particolare il 73% lo considera molto pericoloso. I ricercatori si dicono molto soddisfatti del livello di sensibilità degli utenti motorizzati, e auspicano che lo stesso venga fatto da tutti i soggetti coinvolti. Il ragionamento è semplice. Finora penalizzazioni, limiti e oneri hanno gravato essenzialmente sull'automobile, ma ci sono altri soggetti responsabili dell'inquinamento che devono contribuire allo sforzo comune per l'ambiente. Il riferimento è ai produttori di carburante, ai soggetti coinvolti nella costruzione di infrastrutture, nella formazione dei conducenti, nel governo del traffico e del territorio.
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