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Pensieri sponsorizzati
di Dario Denni
La nascita e lo sviluppo dei blog non può certo essere un merito dell'aumento dei loro lettori. Ma sicuramente sono stati loro a far lievitare l'attenzione degli esperti di marketing sul fenomeno dei diari online. È così che la pubblicità, già da tempo approdata nel web con tutta l'esperienza accumulata nei tradizionali sistemi di comunicazione, si è successivamente riversata anche nei diari virtuali proponendosi nel bel mezzo di un post o di un video.
Molti blogger si sono spogliati delle vesti di pensatori indipendenti e molto spesso si sono venduti per un pugno di dollari a servizi che, per una pizza al mese, riempiono ormai la maggior parte dei siti, con decine di link orrendi, posizionati sulla barra laterale insieme ai vecchi banner e le fastidiose finestre popup. Ogni click carpito al lettore diventa quantificabile in denaro e ci sono molte persone che riescono in questo modo, a portare a casa un secondo stipendio, esattamente grazie a questo sistema.
Basta avere un sito sempre ben aggiornato, con una buona indicizzazione, molti accessi e tanti, tanti click. Come dire: la fortuna è cieca, ma Google ci vede benissimo e per questo offre un servizio, noto come Adsense, a chiunque volesse implementarlo nel proprio sito.
I navigatori hanno pensato bene di proteggersi iniziando a consultare i blog con uno dei tanti programmi che si usano per raccogliere più aggiornamenti contemporaneamente, e quindi hanno iniziato a leggere i blog in un modo nuovo, navigando il web in modalità testuale, leggendo le notizie sugli aggregatori.
Facile immaginare che senza il valore di queste forme di pubblicità, molti guadagni sono diminuiti. Non è difficile pensare quindi, che sia proprio questa una delle ragioni che hanno determinato l'ingresso della pubblicità direttamente nei contenuti.
Una volta ci si lamentava – a torto o a ragione – che le riviste più blasonate subivano pressioni dalle grandi industrie nostrane, per esaltare i dettagli di un prodotto e magari indulgere sui suoi difetti.
Le recensioni, anche su internet, rischiano oggi di sembrare sempre di più scritte da un pappagallo letterario, attento a non offendere colui da cui si aspetta di ricevere pubblicità. Si moltiplicano i casi in cui le agenzie di comunicazione inviano in anteprima i loro prodotti, direttamente ai blogger perché li recensiscano.
È una cosa bellissima sia chiaro, ma come possiamo essere certi che la nuova Fiat 500 somigli veramente a un iPod? Sicuramente non basta questo per dimostrare il contrario. Numericamente è ancora difficile coprire tutta la blogosfera. Ma si può sempre andare in cerca della migliore recensione, magari commentandola e verificandola.

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