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Palinsesti fai-da-te
di Luca Tremolada |
Mille televisioni che nascono su internet e sperimentano nuova pubblicità. Quello delle web tv è ormai un fenomeno in crescita e difficile da monitorare, dove non c'è elenco che non faccia torto a qualcuno e i verbi si devono spesso usare al condizionale o al futuro. Insieme alla crescita numericae alla sperimentazione sui contenuti si assiste a quella dei modelli di business e delle forme pubblicitarie. Brevi filmati, agili, interattivi, virali e targhettizzati, grazie alla costruzione di palinsesti personalizzati. Ma non solo. «La pubblicità è al centro del modello di business delle net tv sia in Italia che all'estero – spiega Tommaso Tessarolo, ideatore di n3tv.tv, canale generalista nato il 17 settembre, e autore del libro "Net Tv. Come Internet cambierà la televisione per sempre" –. Noi abbiamo una duplice forma di pubblicità: da una parte quella dei filmati all'interno delle trasmissioni,che possono variare dai 5 ai 45 secondi, mentre nel caso del programma sul calcio "fallo da dietro" abbiamo la sponsorizzazione di Mediaset in esclusiva». Televisione tradizionale che sponsorizza la nuova tv. «Quello che cambierà davvero sarà il modo in cui verrà realizzata la pubblicità – continua Tessarolo – sempre più interattiva e dal basso, secondo il linguaggio di internet: informale, serrato, ritmico. L'altra frontiera è quella del brand generated content, dove l'azienda apre un proprio canale come nel caso di Bud negli Stati Uniti, ma anche la Ferrero e la Kinder stanno sposando questa filosofia». Altri casi italiani sono Blogtv e Rifletto tv. Poi ci sono i progetti più noti: Joost, dei fondatori di Kazaa e Skype, e Babelgum di Silvio Scaglia. Nel primo caso la pubblicità è innanzitutto quantitativamente inferiore al caso della tv tradizionale, e poi è il più possibile virale e targhettizzata. Uno stesso spot, per esempio, può essere visto in lingue diverse a seconda del Paese in cui si trova l'indirizzo Ip connesso. «Se quella delle web tv sarà una rivoluzione per la televisione, aspettatevi una grandissima rivoluzione per la pubblicità » dice invece Valerio Zingarelli, Ceo di Babelgum, ancora in una fase sperimentale. «Ci stiamo interrogando sulle potenzialità della pubblicità su questa piattaforma. Saranno filmati più brevi rispetto alla tv tradizionale, della durata di circa 10 secondi. Saranno agili e interattivi. Il grande vantaggio è che si conoscono le abitudini dell'utente: il messaggio è più incline ai suoi interessi e quindi più efficace. Si aprono le porte anche alla pubblicità di nicchia, che finora era esclusa». Ma nel modello di business delle web tv non c'è solo la pubblicità. «Stiamo chiudendo le trattative con alcune aziende che vogliono un canale tutto loro per fare formazione ai dipendenti – racconta Gianni Armetta di Streamit, progetto italiano nato da poche settimane – e presto permetteremo all'utente di pagare via sms i corsi di e-learning, come per esempio le lezioni per imparare a usare un programma grafico». «Un'altra possibilità è quella della rivendita dei contenuti su altre piattaforme – chiude Tommaso Tessarolo – dal mobile arriveranno sempre più possibilità in questo senso». |
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