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Notai a difesa del più debole

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Lunedí 12 Novembre 2007

Il contratto di mutuo si stipula sempre davanti a un notaio. Che ha due compiti: verificare che l'atto sia conforme alle leggi e tutelare gli interessi dei contraenti, in particolare del più debole, il consumatore.
Ma allora, cosa deve fare tale professionista? Limitarsi ad avvertire il consumatore che nel testo proposto esiste una clausola vessatoria, lasciando a lui la scelta se stipulare oppure no? O pretendere che tale clausola sia modificata e, in caso contrario, rifiutarsi di rogare?
Non ci interessa, qui, dare una risposta giuridicamente ineccepibile, ma guardare alla situazione concreta. L'acquirente si presenta in genere dal notaio dopo aver firmato un preliminare (il compromesso) in cui si impegna a stipulare il rogito entro una certa data. Ha versato a garanzia una somma consistente, a titolo di caparra confirmatoria, che non intende certo buttare via. Non avendo il denaro sufficiente, si è dato da fare per trovare il mutuo facendo poco caso alle condizioni non strettamente economiche. Se si trova davanti un notaio puntiglioso, che inceppa tutto il meccanismo, che può fare? Precipitarsi a rintracciare un'altra banca, che magari gli proporrà un contratto in cui sono presenti altre clausole vessatorie?
Coscienti di queste difficoltà, anche i notai più attenti scelgono soluzioni duttili, valutando la situazione caso per caso e operando un equo contemperamento degli interessi coinvolti. Se una clausola è evidentemente vessatoria (ad esempio, quella che imponga di non vendere l'immobile ipotecato senza consenso della banca), il notaio avverte l'acquirente e lo rende cosciente di un fatto: nel l'improbabile caso in cui l'istituto bancario si impuntasse nel farla valere, è certo che il giudice darebbe torto all'istituto, rendendo la clausola nulla (senza effetti): un'arma spuntata nelle mani della banca. Se il notaio ritiene invece che ci sia qualche possibilità di modificare la clausola stessa, lo si suggerisce a chi ha proposto il mutuo. Purtroppo può essere un'impresa difficile, dato che i funzionari periferici di una banca hanno scarso potere nel modificare una formula redatta dall'ufficio legale dell'istituto.
Lo spazio di azione del notaio si amplia se ha la possibilità di esaminare per tempo le condizioni del mutuo, offrendo una consulenza (quasi sempre gratuita) al suo cliente sul fatto se sottoscriverlo o meno. A tale proposito ricordiamo che il Consiglio notarile di Milano ha lanciato, dal 12 al 30 novembre, il progetto «Comprar casa senza rischi» che prevede consulenze gratuite dei notai (per contatti www.comprarcasasenzarischi.it).
Ed è lapalissiano che l'ideale è che le clausole vessatorie nei mutui non esistano proprio e che i consigli notarili si diano da fare per convincere gli istituti bancari ad eliminarle dalle loro bozze di mutuo.
Del resto, sin da un convegno a Bergamo nel 1998, i notai hanno attivato un dialogo con le banche, al fine di convincerle a "ripulire" i contratti di mutuo. Anche l'Abi (l'Associazione banche italiane) si è data da fare. I risultati ci sono, anche se carenze sono ancora riscontrabili, soprattutto nei capitolati delle banche a minor diffusione sul territorio.

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