Scelta la banca o la finanziaria a cui si intende chiedere il prestito, il funzionario addetto farà alcune domande al cliente dando un primo «parere di fattibilità», in attesa di successivi approfondimenti. In sostanza, i dati richiesti informalmente saranno gli stessi a cui accenniamo nel paragrafo sulla domanda di prestito. Lo scopo immediato del funzionario sarà valutare il rapporto rata/ reddito. Il calcolo più banale è che la rata del mutuo non superi il 30-35 % del reddito netto mensile complessivo dei richiedenti.
Gli elementi chiave saranno quindi il reddito netto del richiedente e dei suoi familiari desunto dalla dichiarazione dei redditi, il valore dell'immobile oggetto del finanziamento, la presenza o meno di di garanzie supplementari prestate da terzi (fideiussioni o pegni).
La domanda di prestito
Va poi compilata la domanda di prestito, che contiene più o meno le seguenti informazioni: – dati anagrafici e di residenza: qual è l'abitazione attuale e sotto che titolo la si occupa (proprietà, affitto, ospitalità presso familiari, comodato gratuito); qual è la composizione della famiglia e chi sono le persone a carico; – il regime patrimoniale dei coniugi (sposati in comunione o separazione dei beni); – qual è l'occupazione (a parità di reddito, sono di gran lunga agevolati i dipendenti rispetto ai lavoratori autonomi) e l'anzianità di servizio; – il reddito netto, le qualifiche e, per i lavoratori autonomi, le prospettive future; – il valore della casa in acquisto e (se non coincide) di quella da ipotecare. La sua descrizione (superficie totale, coperta e scoperta, pertinenze, finiture, fronti stradali; numero piani; anno di costruzione); – una dichiarazione in cui si dice di non avere debiti o si danno indicazioni su quelli esistenti; – la possibilità o meno di fornire il nome e i dati di un'altra persona che faccia da garante (fideiussore), soprattutto in caso di redditi bassi.
L'istruttoria
Se la banca considererà soddisfacenti le informazioni fornite, chiederà la relativa documentazione, che varierà a seconda della situazione (copie delle dichiarazioni dei redditi, cedolini paga, stato di famiglia, eventuali iscrizioni alle Camere di commercio, estratti di matrimonio, copia della sentenza del tribunale in caso di separazione o divorzio, copia del compromesso di acquisto, planimetria dell'immobile, certificato di abitabilità per gli edifici nuovi, copia dell'ultimo rogito di acquisto, eventuali dichiarazioni di successione dell'immobile ereditato, eventuale attestato di iscrizione all' albo professionale.
La delibera
La banca effettuerà ulteriori accertamenti (acquisizione della «dichiarazione notarile preliminare» sul bene offerto in garanzia) e poi chiederà quasi sempre, a un tecnico di periziare l'immobile su cui accendere l'ipoteca (cioè di attribuirne il valore). A delibera avvenuta la banca ne darà comunicazione al richiedente e fisserà la data della stipula dell'atto pubblico davanti al notaio. Contestualmente verranno anche firmati i documenti per iscrivere l'ipoteca.
I tempi di erogazione
Fortunatamente i tempi di erogazione dei mutui si vanno accorciando. Ma è bene non fidarsi. È capitato spesso che l'acquirente di una casa si fosse impegnato a comprarla entro una data convenuta, per poi accorgersi che la banca non aveva i soldi disponibili (si veda, in basso, l'articolo sui «mutui ponte»).