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Ricerca Wwf: sul risparmio energetico l'efficienza vince 5 a 1

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In Italia si abbatte poco e si costruisce molto. Ma di fatto il 75% delle abitazioni è stata edificata quando non c'era alcun tipo di prescrizione per il risparmio energetico. Risultato: si punta soprattutto su interventi sul patrimonio esistente che spesso (ma non abbastanza) comprendono opere tese al risparmio energetico.
Questo dato è contenuto nella ricerca "Le barriere all'efficienza energetica", realizzata per Wwf Italia da Gianluca Ruggieri dell'Università dell'Insubria e Giuliana Dall'Ò e Annalisa Galante del Politecnico di Milano. Nella ricerca si punta anche a evidenziare il potenziale di risparmio nel settore residenziale e le ragioni della ancora scarsa diffusione della propensione al risparmio.
Consumi e vetustà
Nel 2004 Arpa Lombardia ha condotto un'analisi per l'elaborazione di standard di qualità per gli edifici ad alta qualità energetica. Sono stati identificati i consumi medi delle diverse tipologie edilizie durante la stagione di riscaldamento. Ed è emerso che il fabbisogno di una villetta da 1-2 unità abitative costruita prima del 1919 è di 249 kWh al metro quadro, che passa a 124 per lo stesso tipo di immobile costruito dopo il 1991. Il grande salto avviene in realtà per le edificazioni post 1982: per una palazzina fra le 16 e le 30 unità abitativa il consumo è passato da 185 kWh a metro quadrato per le edificazioni fra il 1919 e il 1945 a 112 per quele post 1982. Molto evidente il passaggio anche per un grande edificio a torre con più di 31 unità abitative: quello costruito fra il 1946 e il 1961 consuma 127 kWh al metro quadrato, che scendono a 85 per le costruzioni del 1982-1991.
L'efficienza rende
Un argomento forte a favore dell'efficienza energetica, da realizzare sul patrimonio esistente, è quello fornito dall'Istituto di Economia e politica dell'energia e dell'ambiente (Iefe) dell'Università Bocconi di Milano: i risultati della ricerca, eseguita per la Provincia di Milano, sono riportata in quella per il Wwf e riprodotti in parte in questa pagina.
Sono stati valutati i costi relativi a una serie di misure per l'efficienza energetica. Lo studio non tiene conto delle possibili agevolazioni sul piano fiscale o dei possibili contributi pubblici; il 55% di recupero di spesa in tre anni sotto forma di detrazione dall'Irpef (recentemente prorogata fino al 2010 nel disegno di legge Finanziaria 2008 e proposta conme strutturale nella ricerca) di fatto farebbe raddoppiare la convenienza.
I risultati sono stati ottenuti considerando le condizioni climatiche medie della provincia di Milano. In altre zone del Paese, dove i consumi invernali si riducono, ma aumenta la disponibilità di energia solare, di fatto gli interventi più convenienti diventerebbero quelli di installazione di impianti solari termici mentre quelli sull'isolamento dei muri e del tetto e di sostituzione della caldaia diventerebbero meno convenienti.
Le barriere
La ricerca curata per il Wwf individua anche le numerose ragioni che bloccano o rallentano la diffusione del risparmio energetico. Anzitutto quelle culturali, professionali e finanziarie (sintetizzate nella scheda qui a fianco) ma anche quelle legate al fatto che la certificazione energetica è attualmente intesa come un atto formale mentre solo in futuro potrà esser concepito come strumento conoscitivo, finalizzato a migliorare le prestazioni energetiche delle abitazioni.
Si sconta poi una diffusione di «Contratti Servizio Energia» che non comportano un effettivo intervento per la riduzione dei consumi energetici e tempi troppo lunghi. E anche il Conto Energia per il fotovoltaico stenta a decollare per tempisti di allacciamento troppo lunghi e conflitti di interesse dei gestori di rete
Le soluzioni
Nello studio sono stati identificati interventi a vari livelli, dal supporto alla certificazione energetica a meccanismi di verifica seri, al rendere gli edifici pubblici un esempio di efficienza energetica, anche adottando per tutti quelli di nuova realizzazione livelli minimi di efficienza superiori del 20% rispetto alla normativa in vigore.
Per i privati, occorrerebbe introdurre degli strumenti obbligatori come un contatore di calore all'uscita dall'impianto di generazione per verificarne la effettiva prestazione. E immaginare la nomina obbligatoria di "energy manager" condominiali, incentivando direttamente gli amministratori nel caso di interventi strutturali che riducano i consumi di energia.

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