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SPECIALE ELEZIONI 2008
Economist: Berlusconi beffato, rischia instabilità per la sua legge elettorale
di Elysa Fazzino


«Il ritorno del buffone»: l'Economist usa i suoi titoli più coloriti per segnalare all'opinione pubblica mondiale la sua scarsa stima per Silvio Berlusconi. Dopo avere definito il candidato premier «inadatto a governare» nel numero della scorsa settimana, il settimanale britannico torna alla carica con l'edizione che sarà in edicola domani. Il Cavaliere dice in sostanza il nuovo affondo - rischia di essere beffato dalla stessa legge elettorale approvata dal suo governo.
«I rischi peggiori per Silvio Berlusconi», scrive l'Economist, «sono di sua creazione»: le barzellette. Per dieci settimane dopo la caduta del governo di Romano Prodi è riuscito a trattenersi. «Con gli indicatori economici in rapido peggioramento» - puntualizza - pochi italiani hanno voglia di scherzare.
La maggior parte delle sue facezie, secondo il settimanale, o sono «sciocche» come quella di parlare latino abbastanza bene da poter pranzare con Giulio Cesare, o sono «sessiste in un modo che non sembra danneggiarlo», come quella che le donne di destra sono più belle di quelle di sinistra. Ma è venuto fuori «un lato più sinistro» quando ha detto che i pubblici ministeri, «come quelli che lo hanno inseguito nei tribunali dall'inizio degli anni ‘90», dovrebbero sottoporsi a esami periodici di sanità mentale. Il suo principale rivale, Walter Veltroni, gli ha chiesto di giurare fedeltà alle istituzioni dello Stato, continua l'articolo.
L'Economist considera «poco rassicurante» l'interpretazione secondo la quale Berlusconi cercava di distogliere l'attenzione dall'appello alle armi - «ancora più allarmante» - del suo alleato, Umberto Bossi. Ironia della sorte, le schede elettorali oggetto della polemica «sono il prodotto della legislazione» messa a punto dal leghista Roberto Calderoni e fatta approvare dall'ultimo governo di Berlusconi nel 2005. La cosiddetta "porcata" – spiega l'Economist - ha minimizzato le chance di una coalizione capace di funzionare al Senato. I suoi oppositori dicono che il Cavaliere sapeva che avrebbe perso nel 2006 e intendeva così indebolire il suo successore. Se è così continua è riuscito nel suo intento, poiché il governo Prodi ha avuto una maggioranza stentata. Ma adesso conclude l'articolo dopo avere rifiutato l'offerta di Veltroni di riformare la legge elettorale, se Berlusconi vince rischia di essere colpito dalla sua stessa "porcata" e finire per «presiedere un governo ugualmente instabile».
L'Economist, che mette in copertina il rallentamento dell'economia americana con una lumaca a stelle e strisce, dedica anche un articolo ai rischi futuri per l'euro. L'analisi prevede tra l'altro che i leader francesi e italiani - soprattutto se Berlusconi vincerà le elezioni - «strilleranno ancora di più per la forza dell'euro, la rigida politica monetaria della Bce, e probabilmente chiederanno che le loro industrie siano protette dalla concorrenza sleale».
Secondo l'Economist, Francia, Spagna e «specialmente l'Italia», avendo fatto di meno per tagliare il costo del lavoro e introdurre riforme per rendere l'economia più competitiva, «soffrono di più, sia per il rialzo dell'euro che per il rallentamento globale».




10 aprile 2008

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