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| SPECIALE ELEZIONI 2008 | |
| Wall Street Journal: i processi non ostacolano Berlusconi
di Elysa Fazzino
Il Wall Street Journal punta l'obiettivo sul sistema carcerario italiano e mette in evidenza che, nonostante i processi, la carriera politica di Silvio Berlusconi va a gonfie vele. Altrove, scrive il quotidiano newyorchese, vicissitudini giudiziarie come le sue «avrebbero ostacolato una carriera politica. Ma Mr. Berlusconi è in testa ai sondaggi e ha una buona chance di essere rieletto primo ministro». L'articolo, pubblicato in prima pagina e sulla home page del sito, si intitola: «L'Italia rende difficile per i delinquenti restare in prigione». Gabriel Kahn scrive che dopo la crisi di sovraffollamento delle carceri e l'indulto di due anni fa, «anche se il crimine è aumentato, la popolazione carceraria è diminuita così tanto che a un certo momento l'Italia aveva più guardie carcerarie che carcerati». Con il sistema giudiziario in stallo, scrive il Wall Street Journal, i processi non sono granché uno stigma. Il quotidiano cita la vicenda di Berlusconi e ricorda che in due casi l'ex premier è stato giudicato colpevole, ma le imputazioni sono state respinte in appello o sono cadute in prescrizione. Altri procedimenti sono ancora in corso, continua il quotidiano, che precisa: «Berlusconi sostiene la propria innocenza e da tempo afferma di essere vittima di magistrati politicamente motivati». «Il sistema – scrive il quotidiano Usa – è stato un vantaggio anche per altri politici. Più di 20 dei 945 membri eletti del Parlamento sono stati condannati di crimini tra cui associazione con la criminalità organizzata e commissione di atti di terrorismo». L'articolo cita anche la recente condanna dell'ex presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, che «ci si aspetta sia eletto senatore».
La campagna elettorale italiana offre oggi spunti diversi ai siti web dei media stranieri, dove resta comunque una costante attenzione al caso Alitalia. In tema di elezioni, il quotidiano economico britannico Financial Times pubblica sulla home page del suo sito un commento «L'Italia ha bisogno di riforme». «L'Italia sta affondando sotto un settore pubblico gonfiato e un'infrastruttura in rovina: ha bisogno di riforme strutturali e di un rinnovamento politico, ma difficilmente li avrà». I toni sono durissimi: «è profondamente deprimente» - afferma il Financial Times, la prospettiva che l'Italia torni «a un governo inefficace guidato da Silvio Berlusconi», con la stessa «casta di politici» che «scansa le sfide che il Paese non può più permettersi di eludere».
L'Independent mette in evidenza le proteste contro Giuliano Ferrara in una corrispondenza da Roma di Peter Popham sulla sua campagna anti-abortista.
Tra i siti dei giornali francesi, Le Figaro mette on line l'articolo «I giudici italiani non hanno più il favore dell'opinione pubblica». Parlando dei processi a carico di Berlusconi, Thierry Oberlé scrive: «L'opinione pubblica si è stancata dell'interminabile braccio di ferro contro il Cavaliere. La "caccia a Berlusconi" è passata di moda nonostante la prospettiva della vittoria il 14 aprile della bestia nera del mondo giudiziario». Secondo le Figaro, per molto tempo alleati dei magistrati, «certi media hanno preso le distanze, altri mostrano un'aperta ostilità a indagini paragonate a "persecuzioni". Per molti i giudici sono andati troppo oltre» e hanno «perso il ruolo di arbitri».
Le Monde dedica vari servizi alle elezioni italiane. Un'analisi di Jean-Jacques Bozonnet sostiene che «l'Italia si annoia» e che, a memoria di politologo, non aveva mai conosciuto una campagna elettorale così «insipida». Sulla possibilità di grandi intese, dopo le elezioni, tra la destra berlusconiana e il centrosinistra riformista, «l'Italia si domanda se bisogna temere o sperare un tale scenario». Il sistema elettorale potrebbe condurre l'Italia a una nuova situazione d'ingovernabilità, osserva l'articolo. Se al Senato la maggioranza fosse risicata, «la necessità di una grande coalizione, nozione estranea ai geni politici dell'Italia, potrebbe imporsi». Sul sito si possono leggere anche due reportage sulla campagna del Pd: «Il partito democratico di Walter Veltroni tenta di vincere le elezioni rompendo con la sinistra» e «Walter Veltroni, occhiali da intellettuale, si offre un giro d'Italia all'americana».
Secondo il quotidiano economico Les Echos, «La campagna si indurisce nella dirittura finale»: se il campo di Berlusconi sembra ben partito per vincere alla Camera, «la situazione è molto meno chiara per il Senato».
Il sito spagnolo El Pais ha un'intervista al filosofo Paolo Flores d'Arcais, «Berlusconi è una minaccia molto seria». A suo parere, se il Cavaliere vincerà le elezioni, ci sarà una «putinizzazione» dell'Italia: Berlusconi «distruggerà la democrazia parlamentare per instaurare una democrazia presidenzialista. L'Italia sarà uguale alla Russia di Putin». Il sito spagnolo Abc riporta un servizio da Cosenza, «Calabria, il voto inutile»: la ‘Ndrangheta controlla tutto e la gente è convinta che nulla cambierà.
Della polemica sulle schede elettorali si occupa il francese Nouvel Observateur sulla sua home page: il settimanale sottolinea che è stata lanciata dal Cavaliere «a meno di una settimana dal voto» e sottolinea il putiferio scatenato dalle dichiarazioni di Umberto Bossi «prenderemo i fucili». Anche El Pais dedica un titolo alla minaccia della Lega Nord di prendere le armi se non saranno cambiate le schede elettorali. L'argomento rimbalza negli Stati Uniti, dove i siti del New York Times e del Washington Post mettono on line un servizio della Reuters, «La sinistra protesta per l'appello alle armi dell'alleato di Berlusconi». La corrispondenza descrive una sinistra «infuriata» e un Veltroni «insolitamente agitato». Berlusconi – continua - ha cercato di minimizzare parlando di «metafora» e negando di avere promesso un posto di ministro a Bossi. | |
| 8 aprile 2008 | |
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