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SPECIALE ELEZIONI 2008
Berlusconi: «Non toccheremo le rendite finanziarie»
di Nicoletta Cottone

Non toccheremo la tassazione sulle rendite finanziarie. Lo ha detto Silvio Berlusconi ai microfoni di Radio 24, intervistato dal direttore Giancarlo Santalmassi nel corso della trasmissione "Viva voce". «Noi la lasceremo così com'é mentre la sinistra vuole elevarla al 20 per cento». Per il leader del Pdl sull'opportunità di armonizzare la tassazione delle rendite finanziarie in prospettiva europea, «dobbiamo intervenire con una rivisitazione completa di tutto il nostro sistema fiscale». Sul nuovo Esecutivo che in caso di vittoria porterebbe a Palazzo Chigi preferisce non fare nomi, tranne quello del ministro dell'Economia. «Tremonti sarà il ministro dell'Economia. Altri nomi é giusto non farne, siccome ci sono tante personalità e non vorrei spiacere a tanti ancora in corsa». Smentita la presunta intervista a Telelombardia nella quale annunciava l'intenzione di arruolare nelle file del governo Massimo Cacciari e Mario Monti: l'emittente privata ha reso noto che il comunicato diffuso poco prima di mezzanotte era un pesce d'aprile.

Ricetta anti brogli. In diretta su Radio 24, il leader azzurro lancia una ricetta contro il rischio brogli. «Chi vuole votare scheda bianca – afferma il Cavaliere – la barri con un vistoso tratto della penna, in questo modo si impedirebbe l'utilizzo della scheda bianca e non si potrebbero più ripetere i brogli che sono stati sicuri nelle passate elezioni».

Il voto utile. Il candidato premier del Pdl insiste sul voto utile. «Gli italiani ci devono dare una grande maggioranza perché devono capire che non serve a niente avere tanti partitini frazionati. Ce ne sono 25 in Parlamento. Con questo frazionamento della politica e la legge folle della par condicio i piccoli partiti crescono e noi diminuiamo. Il risultato potrebbe essere quello di una frammentazione che non consentirebbe di governare il Paese».

Expo 2015. Berlusconi spiega la sua reazione di ieri, quando ha detto che l'assegnazione dell'Expo 2015 a Milano «non é certo merito del governo della sinistra». È stata, ha detto, «una risposta a una provocazione». Dai microfoni di "Viva voce" spiega di essere «intervenuto in moltissimi casi, su moltissimi Paesi, facendo cambiare la loro posizione. Ho messo in campo tutta la mia amicizia, i miei legami con i diversi capi di Stato perché votassero per l'Italia, dopo che Smirne e la Turchia avevano fatto su di loro delle demarches importanti, conquistandone il voto. Quindi, sentirmi dire che tutto è soltanto merito di Prodi, ha portato in me una logica e dovuta reazione, che poi i giornali come al solito hanno strumentalizzato e hanno messo come un'uscita estemporanea e non come quello che è stata: una risposta a una provocazione».

Veltroni è "l'uomo delle fantasie". Diretto l'attacco a Veltroni: «è l'uomo delle fantasie» che aveva fatto una serie di promesse che non ha mantenuto. «Veltroni - ha detto il Cavaliere - si è rovinato con le sue mani, credo che tutto sia scaduto a comica e a ridicolo e che non ci sia più un italiano di buon senso che può essere affascinato dalla messa in scena, dalla fiction che lui ha creduto di presentare agli italiani credendo che fossero degli ingenui».

La legislazione italiana. Il Cavaliere risponde alla proposta di Veltroni di abrogare oltre 5mila leggi entro il 2008. «Questa mattina c'è un'altra copiatura smaccata: Veltroni ha annunciato, con aria profetica, che eliminerá 5mila leggi. Peccato che noi, nei nostri cinque anni di governo, ne abbiamo eliminate molte di più, dando vita, per la prima volta, a 12 codici, con un lavoro gravosissimo che mi ha impegnato personalmente quasi ogni notte».

Giustizia. La lentezza della giustizia è uno dei mali del Paese. «I tempi delle cause sono enormi», osserva il Cavaliere, «la giustizia necessita di una riforma, di una riforma da fare con l'opposizione». Berlusconi poi torna a puntare il dito contro «la metastasi italiana. C'è - osserva - una parte dei pm che usano il proprio potere per fini politici. C'è poi un esponente nelle loro fila che fa politica attiva usando ancora i suoi vecchi strumenti giudiziari». Torna, dunque, all'attacco del leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro. «Ho detto – osserva – che mi fa orrore e lo ripeto. Ha rovinato la vita di tante persone che non avevano fatto nulla. Non ha avuto il minimo rispetto, una persona così è da tenere lontano dalla politica». Berlusconi poi non risparmia Veltroni: «Mi spiace che si sia alleato con il massimo del giustizialismo in Italia».

Il no al Governo Marini. Berlusconi nel corso delle consultazioni con il Capo dello Stato respinse l'appoggio a un Esecutivo guidato dal presidente del Senato. «Appoggiare il governo Marini – dice Berlusconi – sarebbe stato illogico, una soluzione inadeguata per affrontare una situazione economica tanto difficile. Un ritorno all'antico, ai vecchi governi balneari di una volta incapaci di operare che non avrebbe risolto nulla».




1 aprile 2008

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